Sono 4,4 miliardi le sigarette di contrabbando che sono state fumate dai consumatori italiani nel 2014, una cifra che rappresenta il 5,6 per cento dell'intero mercato del tabacco nel nostro Paese. I dati sono frutto della ricerca commissionata dalla multinazionale del tabacco Philip Morris e presentata a Caserta. La scelta di presentare la ricerca proprio in Campania non è affatto casuale. Proprio in Campania il fenomeno del contrabbando di sigarette sta assumendo nuovamente – dopo i picchi dei traffici negli anni Pttanta – un peso consistente. Secondo la ricerca a Napoli su 100 pacchetti di sigarette ritrovati in strada ben 35 risultano illegali.
Lo studio della multinazionale del tabacco quantifica in 770 milioni di euro l'ammanco economico dovuto alla diffusione delle sigarette di contrabbando in Italia. Le sigarette illegali smistate nel nostro paese arrivano principalmente dal mercato estero, pertanto la frode principale è quella che riguarda le accise che non vengono pagare al momento dell'ingresso della merce in Italia. Nel 2015 i dati sul consumo di sigarette sono rimasti stabili ed il contrabbando ha riguardato circa il 25,4 per cento dell'interno mercato italiano. A fare affari con le "bionde" sono le organizzazioni criminali dell'Europa dell'Est e le mafie asiatiche. Il fenomeno criminale interessa anche le organizzazioni criminali nostrane come raccontano i dati diffusi dalla Guardia di Finanza che ha sequestrato nel 2014 ben 200 tonnellate di sigarette contraffatte registrando un +70 per cento di sequestri rispetto al 2013.
