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La camorra voleva uccidere anche il procuratore Alessandro D’Alessio

La camorra voleva uccidere il procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Alessandro D’Alessio. A far scattare l’allarme riguardo al piano omicida un’intercettazione ambientale dello scorso marzo in cui due familiari del boss di Mondragone (Caserta), Augusto La Torre, parlano di voler uccidere D’Alessio.
A cura di An. Mar.
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La camorra voleva uccidere il procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Alessandro D'Alessio. È lo scenario inquietante che – secondo il Mattino, che ne dà notizia – emergerebbe da fonti investigative. Dopo  il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo e il sostituto della Direzione Nazionale Antimafia Cesare Sirignano, ci sarebbe un terzo magistrato nel mirino dei clan. A far scattare l'allarme riguardo al piano omicida un'intercettazione ambientale dello scorso marzo  in cui due familiari del boss di Mondragone (Caserta), Augusto La Torre, parlano di voler uccidere D'Alessio. Si tratta di una donna del clan e di suo nipote, intercettati nel carcere di massima sicurezza piemontese. Secondo le ipotesi della Procura della Repubblica di Roma, a capo dell'inchiesta in cui sono emerse le minacce, il proposito omicida sarebbe maturato nell'ambito di un piano per riportare in auge il gruppo criminale dei La Torre, a pochi giorni dalla scarcerazione del boss Augusto La Torre.

Di pochi giorni fa invece le minacce al pubblico ministero Cesare Sirignano, titolare di diverse indagini contro il clan dei Casalesi, ora in forza alla Procura nazionale antimafia. Il magistrato sarebbe nel mirino di un cartello criminale composto da elementi riconducibili alle fazioni del clan dei Casalesi Schiavone, Bidognetti, Zagaria e Iovine e guidato dal boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti, infatti, Sandokan detterebbe ordini dal carcere dove è recluso in regime 41bis e da dove avrebbe ordito il piano per eliminare Sirignano allo scopo di restaurare il clan in vista dell'imminente rilascio di numerosi elementi di spicco. Nei giorni scorsi è stato effettuato il sequestro di un grosso quantitativo di tritolo che, come accertato dalle indagini, avrebbe dovuto essere stato usato per far saltare in aria il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo.

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