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Anis Amri, l’attentatore di Berlino, voleva comprare fucili kalashnikov a Napoli

Emerge un particolare inquietante nel rapporto dell’anticrimine tedesco: l’autore del sanguinoso attentato di Berlino avrebbe sostenuto di “potersi procurare senza problemi un kalashnikov a Napoli”. L’ombra della camorra sul possibile rifornimento d’armi d’assalto?
A cura di Redazione Napoli
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Voleva comprare fucili Ak47, meglio conosciuti come Kalashnikov, Anis Amri, l'autore dell'attentato di Berlino costato la vita a 12 persone nel dicembre scorso, ucciso poi a Sesto San Giovanni (Milano) durante una sparatoria dopo un controllo di polizia. Amri voleva comprare questi fucili a Napoli, evidentemente ritenuta città nella quale c'era l'aggancio giusto per procurarsi armi d'assalto.

La notizia, sconcertante, emerge dal rapporto dell'anticrimine tedesco, anticipato dalla Süddeutsche Zeitung. Amri ne aveva parlato con una fonte fidata della polizia tedesca, stando al giornale. Avrebbe sostenuto di "potersi procurare senza problemi un kalashnikov a Napoli" e di "voler combattere per la sua fede a tutti i costi". Poi, il 3 dicembre, Anis disse di "voler comprare un kalashnikov a Parigi" per fare attentati in Germania. Al momento le autorità italiane non commentano l'indiscrezione sul rapporto. È chiaro che nel momento in cui queste testimonianze diverranno ufficiali si indagherà sulla possibile rete di contatti nel capoluogo partenopeo, dove è da sempre alta l'attenzione sia per il possibile supporto nella falsificazione di documenti che per i rifornimenti d'armi ai terroristi, magari con la longa manus della malavita locale.

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