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“Avvisai Pocho Lavezzi prima di diventare latitante”: la rivelazione del boss Lo Russo

L’ex boss reggente dell’omonimo clan camorristico, adesso collaboratore di giustizia, ha rivelato particolari sulla sua latitanza, uno dei quali riguarda proprio il calciatore argentino, ex giocatore del Napoli. Le dichiarazioni emergono dopo l’arresto del gioielliere di Calabritto 28 che offrì ospitalità al boss proprio durante la latitanza.
A cura di Valerio Papadia
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L'arresto di Luigi Scognamiglio, gioielliere dei vip e proprietario del marchio di orologi di lusso Calabritto 28, che offrì ospitalità ad Antonio Lo Russo nel periodo della sua latitanza, ha offerto agli inquirenti nuovi particolari proprio sui mesi precedenti alla cattura del boss dell'omonimo clan operante nel quartiere di Miano. Lo Russo, ora collaboratore di giustizia, ha raccontato agli investigatori numerosi episodi legati alla sua latitanza, uno dei quali riguarda il calciatore argentino Ezequiel Lavezzi, detto Pocho, in forza al Napoli nel 2010, quando Lo Russo sfuggì alla cattura.

"Avvisai Lavezzi prima di diventare latitante" avrebbe dichiarato il boss. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Lavezzi era in possesso di un telefono dedicato alle conversazioni con il boss. "Chiesi di avvisarlo per non metterlo in difficoltà, se i carabinieri avessero trovato il mio telefono, lo avrei messo in difficoltà" spiega Lo Russo. Ovviamente, il calciatore è del tutto estraneo alle vicende oggetto di indagini.

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