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Camorra, uccise un ladro per avergli svaligiato casa: così lo “scissionista” diventò boss

Dopo 8 anni gli inquirenti hanno identificato l’assassino di Raffaele Ecuba, ex esponente del clan Gargiulo ucciso con dieci colpi di arma da fuoco a Torre del Greco. Il trentenne fu eliminato da Francesco Paola Raiola con un omicidio che segnò l’affermazione del giovane scissionista del gruppo criminale dei “Di Gioia” a capoclan.
A cura di Angela Marino
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Cadde a terra sotto una raffica di 10 colpi sparati senza un perché, Raffaele Ecuba, giovane affiliato al clan Gargiulo di Torre del Greco, freddato da una pistola rimasta ignota fino ad oggi, il 3 maggio 2007. Ci sono voluti 8 anni e le dichiarazioni dei vecchi pentiti del Sistema per identificare il suo assassino, che altri non è se non Francesco Paolo Raiola, elemento apicale del gruppo criminale "Scissionista" del clan "Di Gioia", già detenuto per altra causa e oggi raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere presso la Casa Circondariale di Roma Rebibbia. All'ex uomo del clan sono stati contestati i reati di omicidio premeditato, detenzione, porto e spari in luogo pubblico e ricettazione, tutti aggravati dalle finalità mafiose. L'indagine avviata nel settembre 2014 ha consentito finalmente di ricostruire l'omicidio di Ecuba, ucciso per strada a Torre del Greco mentre si recava a lavoro e di accertarne il movente, riconducibile ad una vendetta privata. Raiola, infatti, pianificò il raid omicida per punire la vittima, colpevole "solo" di aver svaligiato il suo appartamento.

Fu con l'efferata uccisione del trentenne, che Raiola si affermò sul territorio come elemento di spicco del clan, assolvendo tale vendetta al solo scopo di acquisire prestigio e rispetto sul territorio. Gli elementi raccolti dagli investigatori nel corso della lunga indagine terminata nel febbraio 2015, sono stati confermati dalle dichiarazioni di ben 9 collaboratori di giustizia. Ulteriori importanti riscontri sono stati forniti dalle immagini dell'impianto videosorveglianza della stazione ferroviaria della Circumvesuviana, che immortalarono il killer mentre fuggiva lungo i binari. La fama di ferocia del Raiola è stata poi confermata dagli omicidi del boss Gaetano Di Gioia, capoclan del gruppo omonimo operante sul territorio di Torre del Greco e del tentato omicidio del figlio Isidoro avvenuti a Torre il 31 maggio 2009 per il quale lo scorso 6 novembre è stato condannato all'ergastolo, che sconta ora nel carcere di Rebibbia.

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