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Caputo sorvegliato a vista a Poggioreale: si teme la “legge del carcere” per i pedofili

Raimondo Caputo, detto Titò, 43 anni è guardato a vista nel carcere di Poggioreale dove è recluso con l’accusa di abusi sessuali e omicidio per la morte della piccola Fortuna Loffredo, sei anni. Gli agenti penitenziari temono che la “legge del carcere” possa punire il detenuto sul quale pesa l’accusa infamante.
A cura di Angela Marino
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Detenuti in cella, foto di archivio
Detenuti in cella, foto di archivio

È accusato di abusi sessuali e omicidio per la morte della piccola Fortuna Loffredo, Raimondo Caputo, detto Titò, 43 anni, già in carcere per abusi sessuali sulla figlia 12enne. Dopo che si è diffusa nel carcere di Poggioreale, dove è recluso, la notizia dell'ordine di arresto per l'orrendo crimine, ora il 43enne è sorvegliato a vista. Il rischio, oltre a quello che l'uomo possa farsi del male è quello che altri detenuti possano aggredirlo. La legge del carcere, quella che regola la vira dei detenuti non perdona coloro che sono accusati di crimini violenti contro bambini. Per questo il 43enne rischia ritorsioni durissime fra le sbarre.

Per evitare la gogna mediatica e il linciaggio la magistratura ha evitato di diffondere la foto di Raimondo Caputo. Gia poche ore dopo la notizia dell'arresto per l'omicidio della bimba uccisa il 24 giugno 2014, il suo appartamento in via Santa Barbara a Caivano è stato oggetto di lancio di bottiglie incendiarie. Alto è anche il rischio ora che i parenti dell'uomo possano esser oggetto di vendette e aggressioni. Non sarebbe da escludere – secondo fonti interne alla struttura circondariale napoletana – anche una ipotesi secondo cui, dopo i primi interrogatori, l'uomo possa essere trasferito in altra strutta detentiva della Campania. Rabbia e dolore sono stati espressi anche dalla mamma della bimba di sei anni della cui morte "Titò" è accusato: "Deve marcire in cella, è un mostro, ha detto Mimma Guardato dopo l'arresto.

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