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Diego, violentato da un prete pedofilo: “Mi ha rovinato l’infanzia e la vita”

La testimonianza di Diego (nome di fantasia), raccolta da Fanpage.it, che ha denunciato alla Curia di Napoli gli abusi subiti da ragazzino, ricevendo in cambio 250 euro e un muro di omertà.
A cura di Valerio Papadia
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Aveva circa 13 anni Diego Esposito (nome di fantasia) quando, per la prima volta, subì le molestie del prete della sua parrocchia a Ponticelli, quartiere della zona Est di Napoli. "Ricordo la prima volta. Mi invitò a casa sua e subito cominciò a palparmi, poi mi baciò" racconta Diego a Fanpage.it. Le violenze, poi, sono proseguite per anni, fino a quando il ragazzo aveva più o meno 17 anni. Da allora Diego ha cercato di rifarsi una vita, si è sposato, ha trovato lavoro come guardia giurata, fino a quando il ricordo delle violenze sessuali e psicologiche subite si è ripresentato con violenza: attacchi di panico, svenimenti e altri disturbi psicofisici.

Diego decide di raccontare tutto alla Curia di Napoli, ma non riceve risposta. E allora, sette mesi fa, un'altra beffa. Il ragazzo, per essere ascoltato dalla Curia, minaccia di suicidarsi con la pistola d'ordinanza. Il gesto gli costa il ritiro del porto d'armi e il licenziamento. "A seguito dell'episodio la curia mi offre un sussidio di 250 euro per curarmi, poi di nuovo silenzio assoluto" ricorda Diego.

Adesso Diego è senza lavoro, è in cura farmacologica da uno specialista, mentre il prete in questione continua ad insegnare e ad officiare messa. "Chiedo giustizia affinché episodi del genere non capitino ad altri bambini, in qualsiasi altra parte del mondo. Ci sono altre due persone vittime di violenza che però, conoscendo la mia situazione, adesso hanno paura di denunciare". Diego, poi, conclude così: "Mi ha rovinato l'infanzia, mi ha rovinato la vita. La violenza è peggio dell'omicidio".

Il cardinale Sepe denunciato al Papa: "Sapeva. Venga rimosso"

La sua storia, Diego Esposito l'ha sottoposta all'attenzione anche di Papa Francesco, molto sensibile sul tema degli abusi su minori perpetrati dai preti. In particolare, Diego fa riferimento alla posizione del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli il quale, a detta della vittima, era a conoscenza della situazione. "Con la presente lettera intendo denunciare il cardinale Crescenzio Sepe per grave negligenza nell'esercizio del proprio ufficio" ha scritto Esposito, in una lettera indirizzata anche al prefetto per la Congregazione per i vescovi.

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