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Ecco cosa vede un turista appena arrivato alla stazione di Napoli

Niente legalità né decoro: scendere dal treno e attraversare piazza Garibaldi significa avere a che fare con bancarelle, abusivi e caos. Il pessimo biglietto da visita della città che vorrebbe diventare turistica. Ma non lo è a partire dalle stazioni ferroviarie.
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Pochi secondi, trentotto. Tanti bastano a descrivere come si sente un viaggiatore che ha appena messo piede a Napoli ed è arrivato alla stazione centrale di piazza Garibaldi. Dal treno ad alta velocità al caos ad alta velocità. Sia chiaro: anche i piazzali antistanti le stazioni a Roma e Milano, con l'inevitabile carico di degrado e al tempo stesso di umanità sofferente che si aggira intorno ai luoghi di ‘carico' e ‘scarico' di persone, vite, storie e dolori sono luoghi che necessitano di particolare attenzione. Ma appena usciti dalla centrale di Napoli sembra finire risucchiati in un'altra dimensione.

Bancarelle improvvisate, un panno a terra per vendere borse, magliette, cd, cinture, gadget, tutte griffe fasulle, tutte indisturbate. I poveri cristi che vendono la merce guadagnano a stento quel che gli serve per mangiare. Chi s'ingrassa sono le centrali del falso, coordinate dai clan del Vasto che sono notoriamente esperti nel taroccamento degli accessori di marca. Ci sono ancora (ma possibile che ci siano ancora polli da spennare, nel 2017?) i banchetti col ‘gioco delle tre campanelle‘ o addirittura gli insistenti personaggi che espongono iPhone e iPad e propongono una vendita a prezzo stracciato: è la truffa del pacco. Dentro l'involucro acquistato dall'ignaro (e fesso) di turno si troverà una mattonella.

Dove sono le forze dell'ordine? Sono nell'area immediatamente antistante la stazione ferroviaria, così pure i militari dell'Esercito. I vigili urbani? Non pervenuti. Cosa deve pensare chi attraversa questo guado infernale, senza nemmeno un Caronte a fargli da garante, magari con l'obiettivo di infilarsi in uno dei terribili bus Anm che partono da Garibaldi, ovvero l'R2 o il 151, infestati da borseggiatori d'ogni tipo. Quest'andazzo dura, badate bene, da decenni. Ma quanto ci vuole per una sana bonifica che non si accanisca sui poveri immigrati ma al tempo stesso ribadisca il diritto-dovere alla legalità e al decoro della terza città d'Italia?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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