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Elezioni Napoli: chi è Luigi de Magistris

Luigi de Magistris fu eletto sindaco di Napoli nel febbraio 2011 con oltre il 65% dei consensi. Tra le azioni più importanti messe in campo dalla sua giunta ci sono state la pedonalizzazione del lungomare liberato e il contrasto all’emergenza rifiuti. Nel 2014 è stato vittima di una condanna in primo grado per abuso d’ufficio che gli è costata la sospensione da sindaco.
A cura di Valerio Barbato
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Luigi de Magistris
Luigi de Magistris, sindaco di Napoli.

Dai torni sferzanti, l'eloquio comprensibile e l'atteggiamento ostinato, Luigi de Magistris, ex magistrato ed ex europarlamentare, è sindaco di Napoli dal febbraio del 2011. È diventato primo cittadino della città dopo aver ribaltato al ballottaggio il risultato del primo turno, vincendo le elezioni con il 65,37% dei voti dei napoletani, succedendo così a Rosa Russo Iervolino a Palazzo San Giacomo. All'epoca della sua elezione, passata alla storia per l'"avimmo scassato" che pronunciò dal palco, gran parte della città Napoli si strinse attorno al neo-sindaco mostrando entusiasmo e voglia di riscatto. Raccolse in eredità una città in piena emergenza rifiuti, così i primi tempi della sua giunta furono caratterizzati dalla rimozione dell'immondizia dalle strade, ma anche e soprattutto dal provvedimento con il quale pedonalizzò il lungomare Caracciolo, mossa che ha poi rappresentato il fiore all'occhiello del suo intero mandato.

Il ruolo di suo fratello, Claudio de Magistris

Il contributo del fratello, Claudio de Magistris, suo campaign manager e organizzatore di eventi, ha fatto sì che Napoli accogliesse importanti eventi come l'America's Cup e la Coppa Davis, ma anche altre rassegne che si sono svolte sul lungomare liberato, una su tutte il Pizza Village. Proprio l'America's cup fu bersaglio, però, di polemiche e soprattutto di due inchieste che riguardarono anche il sindaco e suo fratello Claudio, entrambi prosciolti.

I problemi legati al suo mandato

Dopo un inizio travolgente, la sua amministrazione iniziò  a conoscere un declino legato prima alle indagini sull'America's Cup e poi al contestatissimo piano traffico, il quale fu oggetto prima di una partecipata manifestazione e poi, successivamente, di una ammissione di colpa dello stesso sindaco . Alle elezioni politiche del 2013, con il Movimento Arancione da lui stesso fondato, sostenne Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia che però a Napoli riuscì ad ottenere solamente il 3,7% delle preferenze: "Lo considero uno degli errori commessi durante il mio mandato", avrebbe detto successivamente. Il 24 settembre 2014, de Magistris fu condannato in primo grado a un anno e tre mesi di reclusione per un abuso d’ufficio commesso nell’ambito dell’inchiesta Why Not. La condanna si riferiva agli anni compresi tra il 2006 e il 2008, quando entrò in possesso, in maniera, secondo i giudici, illegittima, di tabulati telefonici di alcuni parlamentari tra cui Clemente Mastella e Romano Prodi. Così il sindaco fu sospeso dal prefetto di Napoli ai sensi della legge Severino, sospensione a cui seguì il suo ricorso al Tar e l'accoglimento dello stesso da parte dei giudici amministrativi, reintegrando de Magistris che, nei giorni lontano da palazzo San Giacomo, continuò nel suo ruolo dandosi l'appellativo di "sindaco di strada".

Il rapporto conflittuale con i suoi assessori

Il suo mandato è stato caratterizzato da numerosi rimpasti di giunta. Tra rimozioni e dimissioni, il novero dei nomi è lungo, tra questi ci fu l'ex pm antimafia e assessore alla legalità, Giuseppe Narducci, che si dimise già nel 2012, Riccardo Realfonzo, economista, che fu vittima eccellente di un rimpasto sempre nel 2012, e infine Bernardino Tuccillo che si dimise nel 2013 per insanabili divergenze.

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