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Elezioni Napoli, voto di scambio Pd: si indaga sugli elenchi di nomi di Ulleto e Giugliano

Da intercettazioni sui clan della Ferrovia alle ipotesi di voto inquinato: ecco com’è nata l’inchiesta che fa tremare il Partito Democratico di Napoli. Per ora coinvolte le due candidate Lea Ulletto e Rosaria Giugliano ma l’elenco è destinato a allungarsi.
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Lea Ulleto e Rosaria Giugliano
Lea Ulleto e Rosaria Giugliano

Elenchi di nomi stampati o custoditi in computer sotto sequestro: sono questi i materiali in possesso degli investigatori che su delega della Procura di Napoli, sezione reati contro la Pubblica amministrazione, hanno acceso i riflettori sul voto alle elezioni Comunali di domenica 5 giugno a Napoli. Nel mirino, per ora, ci sono abitazioni e comitati elettorali di Anna Ulleto e Rosaria Giugliano, candidate del Pd rispettivamente al Consiglio comunale e alla Municipalità Mercato-Pendino (Ulleto è stata eletta con oltre 2.200 preferenze) sottoposti ieri a perquisizioni per individuare elementi utili alle indagini condotte dal pm Francesco Raffaele e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino. Cosa cercano gli inquirenti? Presto detto: passaggi che sostanzino ulteriormente le pesantissime ipotesi d'accusa di voto di scambio.

Le perquisizioni hanno riguardato anche altri tre indagati, di cui non sono noti i nomi né i ruoli, presumibilmente staffisti all'interno della campagna elettorale delle esponenti del Partito Democratico. Tutto ruota intorno alle promesse d'inserimento in ‘Garanzia Giovani‘, il progetto finanziato dalla Regione Campania che si accolla un sussidio (500 euro per sei mesi) a vantaggio di giovani collocati temporaneamente presso aziende pubbliche o private. Le due candidate sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. L'ipotesi è che le candidate avrebbero chiesto voti per favorire l'accesso nel programma lavorativo.
Gli elenchi sequestrati, che sono ora all'esame di magistrati e carabinieri, potrebbero contenere i nomi di giovani elettori che avrebbero promesso il voto alle due esponenti del Pd.

L'inchiesta non è nata sul voto, ma su altro: la Direzione distrettuale antimafia aveva disposto intercettazioni telefoniche nei mesi scorsi nell'ambito sulle attività dei clan nella zona della Ferrovia. E da lì sono emersi elementi sul voto inquinato a Napoli ,anche se non emergerebbero n diretti collegamenti con ambienti della criminalità organizzata.

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