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Emergenza rifiuti: De Luca dice no agli inceneritori e punta sul compostaggio

No alle discariche ma solo per due anni, una parte dei rifiuti servirà per la ricomposizione delle cave. I recenti dati dell’ISPRA cambiano le carte in tavola rispetto alla sentenza della Corte Europea. Ecco il piano di Vincenzo De Luca.
A cura di Antonio Musella
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La recente sentenza di condanna della Corte di giustizia europea del Lussemburgo a carico del nostro Paese ha costretto il nuovo governatore della Campania Vincenzo De Luca ad un vero e proprio sprint nell'azione di governo sui rifiuti. La sentenza riguarda lo smaltimento dei rifiuti in Campania negli anni successivi al 2010. Entro un mese dall'emissione della sentenza, così c'era scritto nelle motivazioni della condanna , il direttore della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea doveva essere ragguagliato su come il nostro paese intendeva adeguarsi dopo la condanna. Il "ragguaglio" è contenuto nel documento "Indirizzi per l'aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani in Campania", approvato in giunta regionale e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Campania il 12 agosto. In questo documento ci sono tutte le mosse che Vincenzo De Luca intende fare sulla gestione dei rifiuti in Campania. Scelte che sembrano andare in direzione opposta rispetto a quelle della giunta di Stefano Caldoro ed anche rispetto alle recenti scelte del governo Renzi: no nuovi inceneritori in Campania, priorità alla costruzione di nuovi impianti di compostaggio, implemento della raccolta differenziata "porta a porta", smaltimento di una parte dei rifiuti per la riconfigurazione morfologica del territorio e (per ora) no a nuove discariche. Alla base delle scelte di De Luca ci sono i nuovi dati dell'ISPRA sulla produzione di rifiuti in Campania, diminuita del 8,8% rispetto alle stime del precedente piano del 2012 della giunta Caldoro e l'aumento della raccolta differenziata del 16% (dato generale al 48% sul territorio regionale). Dati che smentirebbero, secondo la giunta De Luca, le basi su cui si è basata la sentenza della Corte di giustizia europea e che rendono di fatto obsoleto l'intero piano rifiuti della precedente amministrazione.

No a nuovi inceneritori, la priorità è il compostaggio

Secondo il documento approvato dalla giunta De Luca, i rifiuti campani da destinare all'incenerimento risulterebbero pari a 627 mila tonnellate all'anno. L'inceneritore di Acerra attualmente ha un regime di smaltimento di 700 mila tonnellate all'anno, un dato che dimostrerebbe l'inutilità della costruzione di nuovi inceneritori. "Non ha senso – si legge nel documento – prevedere ulteriori capacità di trattamento termico dei rifiuti, anche in ragione della limitata compatibilità sociale della realizzazione degli impianti ed in considerazione dei tempi di costruzione stimabili in non meno di 4 anni". Le battaglie delle comunità locali contro discariche ed inceneritori sono da sempre molto intense in Campania, la valutazione della giunta De Luca ne tiene conto ed unisce alle possibili proteste per la costruzione di nuovi impianti il dato della sostanziale inutilità di nuovi forni. Dovrebbero quindi scomparire dal piano gli inceneritori individuati a Napoli Est, Salerno e Caserta. Una scelta in controtendenza rispetto al recente decreto attuativo dello Sblocca Italia che prevede la possibilità di costruire nuovi 12 impianti di incenerimento in Italia. Il tema dei nuovi inceneritori proposto dal Ministero dell'Ambiente sarà al centro della conferenza Stato – Regioni del prossimo 9 settembre. In Campania per la nuova amministrazione, la priorità è la costruzione di nuovi impianti di compostaggio. Secondo i dati dell'ISPRA la Campania nel 2019 dovrà smaltire 750 mila tonnellate di rifiuti organici, ma al momento ha una capacità di smaltimento di appena 150 mila tonnellate. Gli impianti attualmente in funzione sono troppo pochi e quelli privati recentemente autorizzati garantirebbero un aumento di appena 55 mila tonnellate all'anno. La Regione vuole implementare la raccolta differenziata "porta a porta", una scelta che aumenterà la frazione umida da smaltire. Per la giunta De Luca la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio e trattamento anaerobico in tutte le province della Campania rappresenta una priorità. Nelle more della realizzazione di nuovi siti la frazione organica continuerà ad essere trasportata fuori regione, un processo costoso che va ad implementare la filiera del riciclo di altre regioni a discapito di quella campana.

No alle discariche, ma solo fino al 2017

Nel documento di indirizzo per l'aggiornamento del piano rifiuti, la gestione delle discariche viene definita dai tecnici regionali come "complessa". Il vecchio piano rifiuti della giunta Caldoro prevedeva la costruzione di nuove discariche e l'aumento dei volumi del 15% di quelle esistenti. Un piano, quello del 2012, che è rimasto inapplicato sia sulle nuove discariche così come sui nuovi inceneritori. La sentenza della Corte di giustizia europea stima in 1,9 milioni di tonnellate il deficit di smaltimento di rifiuti in discarica in Campania. Per i dati dell'ISPRA la potenzialità attuale di smaltimento in discarica in regione è di 367 mila metri cubi. Il piano della Regione prevede di trattare i rifiuti solidi urbani indifferenziati e non smaltire in discarica la cosiddetta F.U.T. (frazione umida tritovagliata) da destinare invece alla riconfigurazione morfologica del territorio come il riempimento di cave dismesse ed il terreno di copertura per la discariche già esistenti, un processo che abbasserebbe la quota di rifiuti da destinare a discarica. A venire incontro alla Regione però ci sarebbe una lacuna della sentenza della Corte: il deficit a cui fa riferimento la sentenza "non identifica un arco temporale di riferimento" si legge nel documento della giunta De Luca. In buona sostanza l'Europa dice che esiste un deficit da 1,9 milioni di tonnellate ma non in quanti anni. Secondo questi calcoli non c'è bisogno di nuove discarica fino al 2017. Anzi, nel documento si specifica che le discariche andranno realizzate "entro il 2017". È questa probabilmente la parte più debole dell'intero adeguamento al piano rifiuti varato dalla giunta. Troppi calcoli e troppe condizioni da verificare per impedire che si costruiscano nuove discariche.

Il cronoprogramma

Il cronoprogramma individuato dalla Regione prevede una serie di azioni entro la fine dell'anno. Innanzitutto l'avvio dell'iter del nuovo piano rifiuti ed il supporto finanziario ai comuni della Campania per la raccolta differenziata. Entro l'inizio del 2016 è stata fissata la fase di consultazione pubblica sul piano per arrivare alla Valutazione Ambientale Strategica, indispensabile per l'approvazione del piano rifiuti prevista non prima dell'estate del 2016. Sempre entro la fine dell'anno dovranno partire le procedure per l'adeguamento degli impianti STIR per mettere in condizione i siti di produrre una frazione umida tritovagliata di qualità da destinare alla ricomposizione ambientale del territorio. E proprio nei prossimi mesi saranno individuate le aree in cui la F.U.T. dovrà essere smaltita con la conseguente emissione dei bandi di gara per la realizzazione degli interventi entro dicembre.

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