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Era in coma ma non è stato rilasciato: detenuto muore in carcere a Secondigliano

L’uomo, 37 anni, era in carcere per omicidio. Nonostante le sue condizioni di salute fossero gravissime – era ormai in stato comatoso – il Tribunale del Riesame di Roma non ha ravvisato gli estremi per la scarcerazione.
A cura di Valerio Papadia
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Poche ora fa, un detenuto romano di 37 anni è deceduto nella casa circondariale di Secondigliano, a Napoli. L'uomo, in attesa di giudizio della Corte d'Appello, nel 2013 era stato condannato a 23 anni di reclusione per omicidio. Detenuto dapprima nel carcere di Livorno, le sue condizioni di salute erano subito risultate subito gravi. Trasferito a Napoli, la sua salute era peggiorata, tant'è vero che il 37enne aveva giù subito due ricoveri, uno nel 2016 al Cardarelli e l'altro, molto più recente, all'ospedale Don Bosco, dove i medici l'avevano dichiarato in imminente pericolo di vita.

Ciò nonostante, alla richiesta del suo legale di provvedere alla scarcerazione affinché potesse essere trasferito in una struttura sanitaria che gli fornisse cure adeguate, il Tribunale del Riesame di Roma non ha rilevato i presupposti per provvedere alla scarcerazione del 37enne che, poche ore fa, è deceduto nel carcere napoletano.

"I giudici, pur a fronte di una certificazione sanitaria attestante che era in coma ed in imminente pericolo di vita, non gli hanno revocato il carcere a cui era sottoposto" ha dichiarato Dario Vannetiello, legale del detenuto morto.

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