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Fonderie Pisano, le scuse degli operai dopo l’aggressione a manifestanti e giornalisti

A ventiquattrore dall’aggressione a giornalisti e manifestanti del presidio permanente davanti alle Fonderie Pisano di Frate, Salerno, sono arrivate delle scuse formali per l’episodio violento andato in scena ieri.
A cura di Angela Marino
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A ventiquattrore dall'aggressione a giornalisti e manifestanti del presidio permanente davanti alle Fonderie Pisano di Frate, Salerno, sono arrivate delle scuse formali per l'episodio violento andato in scena ieri. È successo stamane, durante l'assemblea in programma per definire il programma della manifestazione che si terrà sabato davanti alla sede della Prefettura di Salerno, dove erano presenti i lavoratori dello stabilimento contro la cui recente riapertura protestano cittadini e residenti della zona. La fabbrica ha avuto l'ok alla ripresa dell'attività dalla Regione Campania. Nel 2007 Comune di Salerno si costituì parte civile nel processo per danni ambientali contro l'imprenditore Luigi Pisano.

"I protagonisti di quell'episodio che noi continuiamo a condannare – spiega il segretario Cgil Salerno, Anselmo Botte – questa mattina hanno chiesto scusa a tutta l'assemblea. Io, la Fiom e la Rsu, ci siamo recati al presidio e, a nome di tutti gli operai e in particolar modo degli autori dell'episodio, abbiamo chiesto scusa agli attivisti. È stata l'esasperazione e la paura di perdere il posto di lavoro che ha provocato tutto ciò".

L'aggressione

L'aggressione è avvenuta mercoledì 16 marzo all'esterno della fabbrica di Fratte (Salerno), dove da giorni i manifestanti erano accampati per protestare contro l'apertura dell'impianto. Gli operai si sono avventati contro il presidio e hanno aggredito e picchiato i due giornalisti di Fanpage, Antonio Musella e Peppe Pace che si trovavano sul posto per documentare la protesta. i due cronisti sono stati medicati rispettivamente per l'infrazione di due costole (prognosi 10 giorni) e per un trauma cervicale (prognosi 5 giorni). Il segretario Cgil Salerno, Anselmo Botte, ha contattato personalmente la redazione per esprimere vicinanza e scusarsi a nome dei responsabili.

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