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Fortuna Loffredo, svolta nelle indagini: la bimba era vittima di abusi

L’autopsia conferma l’ipotesi degli inquirenti: la piccola di sei anni trovata morta a Caivano lo scorso giugno è stata vittima di violenza sessuale nelle settimane o nei mesi che hanno preceduto la sua morte.
A cura di Angela Marino
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A quattro mesi dalla morte, l'autopsia eseguita sul corpo della piccola Fortuna Loffredo conferma che la piccola di sei anni, trovata morta lo scorso 24 giugno nel quartiere Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, era vittima di abusi sessuali. Gli esiti dell'esame hanno rilevato tracce di violenze sessuali subite dalla bimba in un arco temporale che va da quindici giorni fino a due mesi prima del giorno della sua morte.

Le indagini sulla morte di Fortuna Loffredo

La piccola era stata trovata esanime sul selciato antistante l'isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del quartiere Parco Verde, dove abitava. La sua morte era stata attribuita ad un incidente, una terribile caduta dal settimo piano del caseggiato, come era successo solo un anno prima ad Antonio Giglio, un anno, precipitato dalle palazzine di edilizia popolare dell'isolato tre e morto sul colpo. In entrambi i casi alle vittime mancava una delle scarpette calzate. Sul caso sono partite le indagini dei carabinieri della tenenza di Caivano – coordinati dai pm della Procura di Napoli Nord, Federico Bisceglia e Claudia Maone – che hanno compiuto diverse ispezioni nella palazzina. Troppo particolari però non quadravano. Nessuno di quelli che si trovavano sul posto era stato in grado di indicare con precisione il punto dell'impatto, né sull'asfalto erano state rinvenute dagli inquirenti tracce di sangue. Infine, l'assenza di lesioni sul corpo della piccola si rivelava incompatibile con la versione della caduta. L'ipotesi dell'incidente è stata presto messa da parte dagli inquirenti e la Procura ha aperto un fascicolo con due capi di imputazione: violenza sessuale o omicidio volontario.

La famiglia di Fortuna: "Chi sa parli"

A chiedere giustizia, invocando la collaborazione di possibili testimoni che abbiano assistito ai fatti o visto qualcosa è stata la famiglia della piccola Fortuna, assistita dall'avvocato Angelo Pisani. "Chi sa qualcosa parli" fu il disperato appello lanciato dalla mamma di Fortuna, detta Chicca, ai funerali della piccola, celebrati nella chiesa del Parco Verde di Caivano. In quell'occasione il parroco Maurizio Patriciello pronunciò parole dure sulla condizione dei bambini all'interno del quartiere, noto per essere la più grande piazza di spaccio dell'hinterland napoletano, dove i piccoli "non possono uscire a giocare senza incontrare un tossico che si buca". Nessuno all'interno del caseggiato riferisce di aver visto qualcosa nei lunghi minuti di balck out tra il momento in cui la piccola è uscita dall'appartamento per andare a giocare a casa di una amichetta, all'interno dello stesso stabile e quello della scoperta della sua morte.

Gli inquirenti stanno indagando per stabilire se esista un collegamento tra la morte della piccola Fortuna e quella di Antonio Giglio, avvenuta nell'aprile 2013.

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