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I funerali di Stefania Formicola, uccisa dal marito a Sant’Antimo

I funerali di Stefania Formicola, la 28enne uccisa il 19 ottobre a Sant’Antimo dal marito Carmine D’Aponte, si sono svolti questa mattina nella chiesa di Santa Maria della Provvidenza al Rione Don Guanella di Scampia. Commozione, ma soprattutto tanta rabbia per l’ennesimo, assurdo, femminicidio.
A cura di Valerio Papadia
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Si sono svolti questa mattina nella chiesa di Santa Maria della Provvidenza, al Rione Don Guanella di Scampia, i funerali di Stefania Formicola, la donna di 28 anni uccisa dal marito Carmine D'Aponte – che non si rassegnava alla fine del loro matrimonio – a Sant'Antimo con un colpo di pistola all'addome. Oltre alla famiglia, sono state centinaia le persone che hanno affollato la chiesa per dare l'ultimo saluto a Stefania, vittima di un uomo che diceva di amarla e che poi le ha portato via la vita. Per questo, oltre alla commozione, il sentimento più forte è stato la rabbia, esternata soprattutto con uno striscione, sul quale campeggiava anche una foto della giovane vittima, esposto all'esterno della chiesa, nel quale si chiedeva giustizia per Stefania, ennesima vittima di femminicidio.

Nella chiesa di Santa Maria della Provvidenza Stefania era cresciuta, frequentando l'oratorio, cosa che ha fatto ricadere la scelta di celebrarvi i funerali, nonostante la vittima e la famiglia vivessero da diverso tempo a San Marcellino, nel Casertano. Soltanto ieri sera, tutta la comunità del Rione Don Guanella aveva dimostrato la solidarietà alla famiglia, organizzando autonomamente una fiaccolata per onorare la memoria di Stefania svoltasi proprio all'esterno della chiesa.

Domani l'interrogatorio di Carmine D'Aponte

È stato fissato per domani mattina nel carcere di Poggioreale, nel quale è detenuto con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai maltrattamenti, l'interrogatorio per Carmine D'Aponte. Subito dopo l'arresto, nella caserma dei carabinieri di Giugliano, alla presenza del pm, l'uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere. Le parole di D'Aponte potrebbero aiutare gli inquirenti a comprendere il contesto nel quale è avvenuto il delitto e a stabilire soprattutto se si sia trattato di un gesto premeditato oppure di un raptus omicida.

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