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“I pazienti curati per terra a Nola? È solo colpa dei tagli”: l’affondo della Cgil

L’affondo del sindacato al presidente della Regione Vincenzo De Luca e al Governo: “Tagli e sovraffollamento: così siamo costretti a lavorare”. “Esistono situazioni ataviche delle quali da sempre ci facciamo portavoce – si legge in una nota – Un disagio per carenza, in primis, di personale, poi per quella di mezzi a disposizione della struttura, come le barelle, di cui si si è richiesto l’aumento, con un ulteriore acquisto”.
A cura di Gaia Bozza
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Dopo la foto-choc dell'ospedale di Nola e le criticatissime parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che invoca il licenziamento per i medici che hanno assistito in condizioni di emergenza due persone in crisi respiratoria, una risposta forte – per il presente e per il passato – arriva dal sindacato: "Esistono situazioni ataviche delle quali da sempre ci facciamo portavoce – si legge in una nota della Cgil – Un disagio per carenza, in primis, di personale, poi per quella di mezzi a disposizione della struttura, come le barelle, di cui si è richiesto l'aumento, con un ulteriore acquisto". Acquisto che, evidentemente, non c'è stato.

Il sindacato si schiera al fianco dei lavoratori e rincara la dose: "La popolazione è sempre più anziana, l'ospedale si trova in una zona dove afferiscono utenti anche dall'irpinia, intorno agli 800.000 abitanti". E snocciola i dati: in pochi giorni ci sono stati 1200 accessi al pronto soccorso e il presidio, per il quale la Cgil ricorda progetti di espansione mai partiti, ha solo 107 posti letto e non idoneo a gestire emergenze di rilievo. "E' troppo facile giocare a fare audience – continua la nota – C'è solo da complimentarsi con i lavoratori che hanno dati segno di grande responsabilità, professionalità, abnegazione. In condizioni di emergenza la catena dell'assistenza dovrebbe funzionare senza criticità né falle". Eppure, questo non accade: "La medicina di base non fa da filtro, il 118 non smista altrove, l'ospedale non ha avuto lo slancio tanto annunciato".

Poi l'affondo alle istituzioni, Regione in testa: "Non ci risulta nessun appoggio quando i territori difendevano le loro strutture sanitarie chiedendone il potenziamento. Gli atti aziendali precedenti e quello attuale, parlano chiaro. La popolazione ha dovuto subire tagli, meno medicina territoriale, meno prevenzione. In quest’area immensa, si è privilegiato il privato, cosiddetto di eccellenza, per una sanità pubblica mediocre. E adesso, si sospendono i lavoratori. Ma perché ? Per aver fatto il loro dovere, in condizioni impossibili ? Una tv nazionale, manderà mai in onda un servizio sul privato convenzionato? O dobbiamo per forza credere che il privato sia solo eccellenza?".

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