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Il Comune stoppa Ciro a Mergellina: no a tavolini e ombrelloni sul lungomare

Se niente dovesse cambiare, Ciro a Mergellina sarà costretto a ridurre a non più di cinque i suoi circa cinquanta tavolini all’aperto. Poche settimane fa, tra l’altro, lo storico locale napoletano ha aperto anche una sede a Londra.
A cura di Enrico Tata
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No a tavolini e ombrelloni sul lungomare di Napoli, ordina il Comune. E così lo storico chalet Ciro a Mergellina, punto di ritrovo per tantissimi napoletani da 65 anni, si ritroverà a poter sfruttare solo venti metri quadrati di occupazione di suolo pubblico. Come un chioschetto qualsiasi e come prevede il regolamento sull'occupazione del 2014. Solo quattro mesi fa, riporta Il Mattino, il tar aveva accolto un ricorso presentato dal locale contro il Comune, che aveva negato la concessione nel 2015. In pratica ora, se niente dovesse cambiare, Ciro a Mergellina sarà costretto a ridurre a non più di cinque i suoi circa cinquanta tavolini all'aperto. Poche settimane fa, tra l'altro, lo storico locale napoletano ha aperto anche una sede a Londra.

"Ciro a Mergellina è presente dal 1953 e oggi dà lavoro a 79 dipendenti. Ogni anno paghiamo oltre 1,8 milioni di euro tra stipendi, tasse e contributi. Versiamo puntualmente al Comune oltre 50mila euro di Cosap all’anno per i tavolini. Com’è possibile considerare chiosco una realtà imprenditoriale di questo tipo, che è un riferimento turistico della città. Cosa succederà adesso? A malincuore, domani, dovrò licenziare 30 dipendenti, tra baristi, banconisti, camerieri e pasticcieri. Qualcuno è qui da 20anni", racconta il patron dello chalet a Il Mattino.

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