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Fratello del boss dei Casalesi candidato con “Napoli Capitale” alla Sanità. La replica

Il fratello di Luigi Guida, boss delle due camorre è candidato con Lettieri nel rione Sanità. Reggente del clan dei casalesi – ala Bidognetti – è stato uno dei camorristi centrali nella trattativa per il traffico di rifiuti tossici.
A cura di Redazione Napoli
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Dopo il caso Andreozzi, spunta un'altra grana legata a candidature e criminalità organizzata. Tra i candidati c'è Mario Guida fratello di Luigi: il boss delle due camorre.

Il cognome Guida è uno di quelli che pesano a Napoli. Giuseppe è stato uno degli storici membri del contrabbando napoletano ma è il figlio, Luigi, a consacrare la gens nell'empireo delle famiglie di camorra più potenti della Campania.

Negli anni '70 Luigi Guida, detto “O' drink” è un ladro di piccolo taglio del Rione Sanità, segue le orme del padre nel traffico di “bionde”, ha una gamba “offesa” e ha il vizio dell'eroina. Quando viene arrestato va in galera, come accade per molti contrabbandieri della Napoli di quegli anni. È proprio in carcere che Luigi compie il suo salto di qualità. Nelle prigioni dello Stato incontra Antonio Bardellino. Bardellino non è un semplice boss di camorra, è il fondatore del più sanguinario e potente clan della storia della criminalità organizzata campana: il clan dei casalesi.

Bardellino lo assolda nella guerra di camorra contro la NCO di Raffaele Cutolo. Diventa l'uomo di fiducia del “capo dei capi” dei casalesi e nel 1980 viene arrestato di nuovo. Sarà rimesso in libertà nel 1986 ma nel 1988 l'eliminazione – almeno stante a quanto contenuto negli atti del processo Spartacus I – di Antonio Bardellino da parte delle nuove leve del clan (che di fatto vede l'ascesa al potere del blocco Schiavone-Bidognetti) mette a rischio non solo la sua posizione nell'organizzazione ma diventa egli stesso obiettivo della fazione che voleva fare tabula rasa della precedente “gestione”. In suo soccorso arriva Francesco Bidognetti detto Cicciotto ‘e mezzanotte, nuovo leader insieme a “Sandokan” Schiavone del clan.

Luigi Guida: il boss dele due camorre
Luigi Guida: il boss dele due camorre

Cicciotto ‘e mezzanotte prende sotto la sua ala protettiva Guida – che aveva conosciuto nelle estati passate insieme sul mare del litorale domizio – e lo trasforma nel  suo factotum nonché capozona del Rione Sanità che, insieme alle famiglie Tolomelli e Vastarella, scatena una guerra di camorra contro il clan egemone allora nel centro città di Napoli: i Misso.

Guida viene arrestato di nuovo nel 1990 nel corso di un blitz delle forze dell'ordine. Rimarrà in carcere fino al 2001 quando viene rilasciato e torna in provincia di Caserta. Guida trova l'ennesimo scenario trasformato: Bidognetti e Schiavone sono ormai in carcere al 41bis e il clan dei Casalesi è passato nelle mani del duo Iovine-Zagaria.

Ma l'ala “bidognettiana” non è morta, anzi. I rapporti con la politica e la centralità nel traffico e smaltimento illegale di rifiuti industriali e tossici ne fa una fazione ancora fondamentale per il clan. E' proprio Francesco Bidognetti a volerlo come suo successore alla guida della “famiglia”. Ad affermalo è lo stesso Guida al pm Ardituro: “Una volta scarcerato dopo l’agosto 2001, divenni reggente per il clan Bidgonetti e mantenni questo ruolo sino al mio successivo arresto del 2005”. Nel corso di quell'interrogatorio parla del traffico di rifiuti nonché le modalità adottate per costringere le persone a "collaborare" con i Casalesi: “Il mio progetto era quello di cospargerli – parlano dei fratelli Orsi, imprenditori coinvolti nel traffico di rifiuti – di benzina per farli capire quali potevano essere le mie intenzioni”.

"Il boss delle due camorre" viene definito dal pm Ardituro "un napoletano della Sanità, ignorante, e che ha fatto solo la seconda elementare” . Inserito fin dal 2001 nella lista dei 50 latitanti più pericolosi d'Italia viene arrestato nel 2005 a Cariati, in provincia di Cosenza. “Qualcuno mi ha tradito”, dirà in carcere. Le sue parole sono rivolte all'ala dei Casalesi che non aveva mai accettato che un “forestiero”, un napoletano fosse a capo di una fazione.

A pochi mesi dall'arresto del fratello Mario Guida viene eletto con un boom di voti

Nei primi giorni del 2006, a pochi mesi dall'arresto di Luigi, suo fratello Mario, decide di candidarsi alle elezioni comunali di Napoli nelle file di Alleanza Nazionale. Mario è un presentatore di un'emittente locale che si occupa soprattutto di interviste ed esibizioni di cantanti neomelodici ed era già stato candidato nel 2001.

È candidato alla III Municipalità di Napoli – Stella San Carlo all'Arena – e qui, in soli quattro seggi, riesce a racimolare 574 voti che lo rendono il secondo più votato del centrodestra.

Intanto suo fratello Luigi è sempre in carcere. Carcere duro, 41bis. Non parla o almeno non lo fa fino alla fine del 2009, quando decide di collaborare con la giustizia. Diventa un “collaboratore di giustizia”, come raccontano i giudici, ma non vuole rivelare i nomi dei politici coinvolti nel Piano di insediamenti produttivi (Pip) di Lusciano, in provinca di Caserta, un affare da 50 milioni di euro per il quale fu indagato l'allora Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, eletto nelle file di Forza Italia (il procedimento sarà archiviato perché le accuse dei due pentiti – Guida e Vassallo – saranno ritenute deboli dal giudice).

Alla fine del 2010, a pochi mesi dal pentimento del fratello, ricomincia il balletto dei nomi per le elezioni comunali che si sarebbero svolte di lì a poco. E' il 2011 e Mario Guida sparisce dalla lista dei candidati. Nonostante le sue 574 preferenze in 4 seggi non scende in campo, anzi, le sue presenze nel consiglio municipale diventano rare, quasi nulle.

Mario Guida candidato con "Napoli Capitale"

Riappare oggi, candidato nella lista "Napoli Capitale" al consiglio della III municipalità. “Richiesto dal popolo torna in campo” si legge sui suoi manifesti in giro per il rione Sanità. Sul suo profilo Facebook è possibile trovare i "santini" che indicano il "ticket elettorale" per la corsa al Comune. Dopo 10 anni Mario Guida torna in una competizione elettorale perché "lo chiede il popolo". Lo stesso popolo che lo ricorda tra i conduttori della festa del "Monacone", attenzionata dall'antimafia negli anni '90 per i rapporti camorra-neomelodici e sospesa nel 2000 per volontà dell'allora sindaco di Napoli Marone – in accordo con questura e prefettura – a seguito di una serie di raid vandalici commissionati dai clan della zona.

La replica dello staff di Gianni Lettieri: "Napoli Capitale non fa parte della nostra coalizione"

Ancora una volta siamo costretti a smentire Fanpage.it che, singolarmente, sta pubblicando tutta una serie di notizie inesatte, con titoli enfatici che non riportano nella maniera più assoluta la realtà dei fatti. Relativamente a tale Mario Guida, candidato nella lista "Napoli Capitale" alla terza municipalità, precisiamo che si tratta di un'altra coalizione alternativa alla nostra che, invece, appoggia Claudio Capuozzo come presidente, con le liste Lettieri Sindaco, Fare Città e Giovani in Corsa. Abbiamo già avuto modo di prendere le distanze dai loghi con cui Napoli Capitale riprende la dicitura "Lettieri Sindaco" in quelle municipalità, come appunto la terza, dove tra noi non c'è stato alcun accordo. Dunque ancora una volta una falsa notizia, sotto un falso titolo. Ribadiamo – come abbiamo già fatto più volte con il Direttore della testata, con il quale non riusciamo oggi a metterci in contatto – che siamo stati e restiamo sempre disponibili a fornire ogni informazione e chiarimento a Fanpage su qualsiasi notizia, così da evitare in futuro ancora rettifiche o brutte figure che possono minare l'autorevolezza di una testata verso la quale nutriamo da sempre stima e rispetto per il lavoro innovativo e puntuale e che, ne siamo certi, non si presta ad atti di killeraggio politico conto terzi.

La lista è apparentata al Comune e in tutte le Municipalità tranne la 3, 6 e 9

Fanpage prende atto della replica del candidato sindaco Lettieri. La lista "Napoli Capitale", che porta il nome del candidato nel logo, non appoggia, quindi, Gianni Lettieri alla III Municipalità ma solo al Comune e alle Municipalità 1, 2, 4, 7, 9, 10 (qui gli apparentamenti) ma non nella 3, 6 e 9 (nella 5 e nella 8 non si è presentata).

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