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Incendio a Città della Scienza, il gip respinge la richiesta di arresto per il custode

Il vigilantes era di turno nella cittadella insieme ad altri colleghi la sera del 4 marzo 2013, quando divampò il pauroso rogo. L’uomo resta comunque indagato per l’ipotesi di incendio doloso aggravato dalla finalità mafiosa.
A cura di An. Mar.
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Non ci sussistono elementi indiziari di colpevolezza per la richiesta di arresto del custode indagato per l'incendio avvenuto a Città della Scienza, la sera del 4 marzo del 2013. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari che ha rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Dda di Napoli a carico si P.C. uno dei custodi che quella sera vigilavano sulla struttura. L'uomo resta ancora indagato per l'ipotesi di reato di incendio doloso aggravato dalla finalità mafiosa.

L'iscrizione nel registro degli indagati risale allo scorso giugno, quando i pm disposero il confronto tra il vigilantes e un altro collega in servizio con lui quella notte.  Non si esclude che la procura possa impugnare il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame. Il rogo scoppiato la notte del 4 marzo divorò una parte della cittadella della scienza aperta a Napoli negli anni '90 dalla Fondazione Idis. Da allora episodi di vandalismo e devastazione hanno fatto parlare ancora dello science center. Proprio negli ultimi giorni la struttura è stata interessata da una grave furto. Ignoti hanno asportato il rame delle condutture. Il furto ha provocato danni all'impianto di condizionamento.

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