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Inchiesta Why not, assolto il sindaco De Magistris

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris è stato assolto in Appello dall’accusa di abuso di ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Why not”: “Il fatto non costituisce reato”, la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Roma.
A cura di Enrico Tata
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Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris è stato assolto in Appello dall’accusa di abuso di ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Why not”: “Il fatto non costituisce reato”, la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Roma. Insieme al primo cittadino partenopeo è stato assolto anche il consulente Giacchino Genchi. Entrambi erano stati condannati a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio in primo grado. Una sentenza che il sindaco De Magistris attendeva dopo la pronuncia di ieri della Corte che ha giudicato costituzionale la legge Severino. Con la decisione della Corte d’Appello il primo cittadino di Napoli non rischia più la decadenza dalle funzioni di primo cittadino.

"Sono molto contento, finalmente è stata fatta giustizia. Per me finisce un incubo. È stata una vicenda che mi ha procurato molta sofferenza. L'assoluzione è motivo di grande soddisfazione", sono state le prime parole di De Magistris dopo la telefonata del suo avvocato, Massimo Ciardullo, che gli ha comunicato la notizia. "La legge Severino? Una legge sbagliata. Se un anno fa io, eletto dal popolo, mi fossi dimesso oggi, con questa assoluzione, non sarei potuto tornare a fare il sindaco. Che vulnus democratico ci sarebbe stato? Ecco perchè ci vuole una riflessione nazionale, serena, pacata, franca, onesta", ha aggiunto De Magistris.

L'inchiesta Why not si riferisce alle intercettazioni di alcuni parlamentari acquisite dall'attuale sindaco di Napoli che ai tempi era pm a Catanzaro.  Secondo quanto si apprende, il rappresentante della Procura generale aveva chiesto in Appello l'assoluzione solo per due capi di imputazione, cioè quelli relativi all'acquisizione dei tabulati telefonici di Giuseppe Pisanu e Giancarlo Pittelli, mentre la prescrizione per quelli di Romano Prodi, ClementeMastella, Sandro Gozi, Domenico Minniti, Francesco Rutelli e Antonio Gentile.

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