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La Cappella del Succorpo nel Duomo è uno dei tesori più prestigiosi della città

La Cappella del Succorpo detta altrimenti Cappella di San Gennaro o Cappella Carafa, si trova all’interno del Duomo di Napoli. Essa custodisce, dal 1497, le Sacre Reliquie del Patrono di Napoli, San Gennaro.
A cura di Redazione Napoli
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La Cappella del Succorpo si trova all'interno del Duomo di Napoli e ne costituisce la cripta. Essa viene chiamata anche Cappella di San Gennaro o Cappella Carafa, in onore del cardinale Oliviero Carafa che la volle edificare per custodirvi le reliquie di San Gennaro, patrono della città di Napoli insieme a altri 51 santi.

Le reliquie di San Gennaro dall'831 al 1497 furono nascoste nell'Abbazia di Montevergine a Avellino. Fu proprio il cardinale Oliviero Carafa a impegnarsi fortemente per riportare le reliquie dell'amato patroni di Napoli nella città partenopea, luogo che il santo aveva tanto amato in vita e per cui aveva mostrato tanto affetto e attaccamento. La Cappella del Succorpo fu edificata sulla base di un progetto molto complesso e ambizioso, sotto l'altare maggiore, in stile rinascimentale. I lavori terminarono nel 1506. Secondo alcuni studiosi il progetto è da attribuire al Bramante, mentre i lavori conclusivi allo scultore Tommaso Malvito.

La Cappella presenta una forma rettangolare con tre colonne con capitelli ionici che ne scandiscono lo spazio formando tre navate. Ai lati, lungo le pareti laterali vi sono delle nicchie che si specchiano l'una nell'altra. L'ambiente è impreziosito dalla scarsella, ovvero un abside di piccole dimensioni a pianta rettangolare, dove è situata la statua del cardinale Oliviero orante, insieme con le Sacre Reliquie di San Gennaro. Lo spazio è arricchito dal marmo che ricopre il soffitto. Esso è il primo esempio di piano cassettonato, si compone cioè di diciotto cassettoni completati da alcuni altorilievi recanti le immagini dei santi e degli angeli cherubini. Ai quattro angoli del soffitto sono rappresentati inoltre i Dottori della Dhiesa: San Gregorio Magno, Sant'Agostino, Sant'Ambrogio e San Girolamo, mentre al centro vi sono i santi patroni di Napoli e le storie di David e Giuditta. Le finestre sono state pensate per essere poste in modo obliquo per consentire il passaggio di quanta più luce è possibile. Si può accede alla Cappella del Succorpo tramite due rampe di scale semicircolari che conducono alle porte bronzee del Cinquecento con stemmi e emblemi della famiglia Carafa. La cappella fu restaurata sul finire dell'Ottocento dalla stessa famiglia, che ancora oggi ne detiene il possesso.

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