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La morte del vicequestore Antonio Ammaturo, ucciso dai terroristi delle Brigate Rosse

Il 15 luglio del 1982 in piazza Nicola Amore un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse ammazzò il capo della Squadra Mobile di Napoli Antonio Ammaturo e il poliziotto di scorta Pasquale Paola. Mai chiariti del tutto i mandanti di quello che è sempre stato giudicato un agguato orchestrato non solo dai terroristi.
A cura di Redazione Napoli
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Era il 15 luglio del 1982 quando in piazza Nicola Amore, ai ‘Quattro Palazzi', un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse ammazzò il vicequestore Antonio Ammaturo, all'epoca capo della Squadra Mobile di Napoli e l'agente scelto Pasquale Paola un ‘falco' , con il quale si stava recando in Questura. Dietro agli esecutori materiali dell'omicidio del "poliziotto di ferro" si è sempre pensato potessero esserci altri interessi oltre quello dei terroristi dell'estrema sinistra degli anni Ottanta: lo strapotere criminale della Nuova Camorra Organizzata di Raffele Cutolo, cui Ammaturo aveva dichiarato guerra arrestandone il figlio Roberto; le indagini sul misterioso e opaco rilascio del politico democristiano Ciro Cirillo rapito dalle BR in una operazione che vide un patto fra camorra, servizi segreti e stato.

A oltre trent'anni dall'attentato terroristico di Napoli, Ammaturo e Pasquale Paola vengono ricordati con la deposizione di una corona nel luogo dell'omicidio e poi con la cerimonia di premiazione dei vincitori della settima edizione del premio a lui dedicato. "Ancora oggi Ammaturo dà un esempio che può sembrare banale e scontato e invece non lo è – spiega il questore di Napoli Guido Marino -. L'esempio del proprio dovere che sembra un concetto fuori moda, ma è attuale. Era ed è il simbolo "non solo del proprio dovere, ma anche della preparazione, della dedizione e di quel concetto di squadra che aveva sviluppato e applicato soprattutto a se' stesso, con i risultati che tutti conosciamo".

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