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La rabbia di Sal Da Vinci: “Sbattuto ingiustamente sui giornali”

Esibizione al matrimonio di un camorrista? Il cantante partenopeo si sfoga su Facebook: “Ingiustamente accostato a certi ambienti. Da oggi chiederò il certificato antimafia a chiunque mi chieda una foto o una canzone”.
A cura di Redazione Napoli
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Risponde attraverso un lungo e amareggiato post su Facebook, Sal Da Vinci, cantautore napoletano finito sotto i riflettori di un'altra cronaca, quella nera, per un matrimonio di un esponente del clan Mariano dei Quartieri Spagnoli, matrimonio cui Sal Da Vinci, stando agli inquirenti, avrebbe prestato la sua opera artistica cantando al ricevimemto. "Scrivere di essere amareggiato è riduttivo – dichiara Sal Da Vinci – potrei usare un linguaggio più volgare,ma non rientra nel mio stile. Sono stato sbattuto ingiustamente in prima pagina sul quotidiano più famoso della mia città,senza se e senza ma,come se io fossi un personaggio equivoco,un delinquente che la fa franca:"Sal Da Vinci canta ai matrimoni dei cammorristi", che titolo è…. il Reuccio dei neomelodici del momento, con tanto d'inchiesta in atto, senza tenere conto chi sei, cosa fai, da dove vieni, i tuoi sacrifici, la lotta a migliorarti e di crescere in fretta… E no,l'importante é tirare su le vendite, non importa fare dichiarazioni sbagliate, paroloni che appartengono al malaffare, l'importante è attirare attenzione e vendere".

Lungo, lo sfogo dell'artista partenopeo, figlio d'arte (il padre era Mario Da Vinci, protagonista della scena negli anni Ottanta, morto nel maggio scorso. "Ecco,da questo momento in poi – continua Sal Da Vinci – mi tocca chiedere a tutti i fan che mi chiedono una foto, che comprano i biglietti a teatro, a quelli che mi chiamano per esibirmi, un documento che attesti che il soggetto non ha precedenti penali, che non appartiene a famiglie cammoristiche, che non è mai stato in galera, insomma, un specie di certificato antimafia, altrimenti mi sbattono prima della testata del giornale, e magari anche nei tg, possibilmente nazionali. Non ho parole, o forse ne avrei tante".

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