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La Regione Campania ritira le quote del Trianon. Il teatro abbandonato ai debiti

Una recente delibera di giunta di Palazzo Santa Lucia stabilisce che alcune società partecipate, tra cui Trianon Viviani, ma anche Caan e Mostra D’Oltremare, non posso essere detenute dalla Regione Campania. Si lava la protesta dei sindacati: “Si disfano del teatro pubblico a pochi mesi dalle elezioni”.
A cura di An. Mar.
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La Regione abbandona il Cda del Trianon. La decisione scaturisce da un provvedimento imposto dal piano di razionalizzazione delle società partecipate ed è effetto di una delibera tecnica, la 774 del 30 dicembre 2014, pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale della Campania che risponde – come specificano da Palazzo Santa Lucia – a una precisa richiesta di rivisitazione o dismissione, se è il caso, da parte della Corte dei Conti, delle Partecipate. Tra le società che non possono essere detenute dall'azionista Regione Campania, secondo i parametri del provvedimento, rientrano le ormai fallite come Acn e Bagnolifutura, ma anche Mostra d'Oltremare e Caan e, infine, Trianon Viviani, di cui Palazzo Santa Lucia detiene il 70 per cento delle quote.

«Il presidente Caldoro e l'assessore alla promozione culturale Miraglia si disfano silenziosamente del teatro pubblico, inserendolo nell'elenco delle partecipazioni in 12 società considerate “non detenibili”, a pochi mesi dalle elezioni regionali» si legge in una nota congiunta delle sigle sindacali Slc-Cgl, Fistel-Cisl e Uil-com-Uil, che non hanno tardato ad esprimere il malcontento per questa politica. Nelle ultime righe della delibera di giunta, però, una via di uscita appare, si legge infatti di una auspicabile "trasformazione in fondazione" della società Trianon Viviani. Un possibile salvacondotto che presenta un solo problema, non da poco: il risanamento di tutti i debiti verso degli istituti di credito e dei fornitori. Per ora, il teatro rimane tristemente inagibile

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