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Le due verità sulla morte di Tiziana Cantone, sul fidanzato, sui video hard

Due fascicoli giudiziari, due verità contrastanti. Il ruolo del fidanzato di Tiziana Cantone e quello degli uomini che materialmente fecero circolare i video porno su internet. Ecco gli atti giudiziari con la denuncia disperata della ragazza, dopo la diffusione incontrollata dei filmati sul web.
A cura di Redazione Napoli
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Gli atti giudiziari sono due. Il primo è la denuncia con l'ipotesi di diffamazione contro chi (sono indicate 4 persone, allo stato indagate) avrebbe illecitamente diffuso i video hard girati da Tiziana Cantone. Il secondo è l'atto che chiede la rimozione dei filmati dal web. Entrambi i procedimenti non hanno portato pressoché a nulla di sostanziale.  C'è il suicidio della 31enne, esasperata, distrutta, a testimoniarlo. Epilogo d'una tragedia nella non sono stati ancora inquadrati dei responsabili, finiti  nel mare magnum del web e in una vicenda dalle molteplici versioni.

Le verità nel caso di Tiziana Cantone

C'è la storia messa nero su bianco da Tiziana, all'epoca in cui con il fidanzato d'allora, S., decise di firmare la denuncia per diffamazione contro chi avrebbe diffuso i filmati. Parla di video girati volontariamente dalla ragazza, spediti a un gruppo mirato di persone e da questi però illecitamente girati a terzi, in un giro di contatti via via sempre più ampio e incontrollabile.

Ma ora, dopo la morte di Tiziana, c'è anche la verità della madre, Maria Teresa Giglio. Che racconta di una figlia plagiata dal suo fidanzato, traviata al tal punto da decidere di avere rapporti con altri uomini su richiesta dell'uomo che diceva d'amarla e con il quale aveva un rapporto tormentato. Qual è la falsa verità? Di certo c'è che Tiziana si è suicidata, di certo c'è che nessuno la riporterà indietro e che nessuno potrà tornare a chiederle di raccontare quella storia. Ma il fidanzato, dunque, cosa fu? Il promotore di quel comportamento o il difensore della compagna?

«In un momento di temporanea instabilità psicologica, ho iniziato una corrispondenza virtuale. Si trattava di un gioco virtuale a scopo sessuale» c'è scritto – lo riporta oggi ‘la Repubblica' – nella querela per diffamazione contro 4 persone, datata luglio 2015. Sulla vicenda Tiziana Cantone fu sentita nuovamente nell'ottobre 2015 e integrò con ulteriori elementi. I video furono girati «volontariamente e in piena coscienza» è invece scritto – come Fanpage.it ha più volte riportato – nella richiesta di rimozione del materiale dal web, parzialmente accolta (è la storia dei 20mila euro di spese legali). Tutto ruota sulla natura dei video hard: furono volontà di una donna che liberamente decise di andare con altri uomini o furono il frutto d'un plagio nell'ambito di un rapporto tormentato, come la mamma della giovane ha dichiarato?

I video che non furono mai sequestrati: "Erano ovunque"

Tiziana dunque che fece? Intrattenne giochi erotici volontariamente, spedì i video su Whatsapp e poi si vide tradita da queste persone che li fecero girare in una cerchia più ampia, finita fuori controllo esplosa sul web?  La richiesta di sequestro dei filmini fu un mezzo buco nell'acqua:  dagli atti dell'inchiesta avviata dalla procura di Napoli a maggio del 2015, in seguito alla denuncia presentata dalla donna, emerge che il pm Alessandro Milita, titolare dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli in un provvedimento molto articolato aveva evidenziato che il sequestro del sito web appariva inutile. Motivo? Quelle immagini erano ormai già state scaricate da numerosi utenti che le avevano pubblicate in altri siti e che quindi il blocco non sarebbe servito a impedirne la circolazione su internet. Per l'ipotesi di violazione della privacy, gli inquirenti avrebbero individuato nel mancato esplicito divieto da parte di Tiziana alla diffusione dei video che lei stessa aveva inviato ad alcuni amici, un limite alla configurabilità del reato.

Ora che accadrà? Si ipotizza che i due fascicoli, uno aperto oltre un anno fa dalla Procura di Napoli (la diffamazione) e l'altro aperto dalla Procura di Napoli Nord, con sede ad Aversa (Caserta) ma competente per il luogo, Mugnano (il sequestro dei video) potrebbero essere unificati per far luce su eventuali responsabilità nella tragica decisione della giovane di togliersi la vita.

Gli atti della denuncia di Tiziana Cantone (PDF)

Gli atti della denuncia di Tiziana Cantone per i video porno diffusi illecitamente (c'è solo l'ormai noto "Stai facendo un video? Bravo" più altri cinque filmati) sono scaricabili in formato Pdf. Dagli atti sono stati omessi i nomi e rimosse le parti ancora oggetto di contenzioso. Servono a rendere oggi ancor più chiare – ovemai ve ne fosse bisogno – le motivazioni  che muovevano la povera ragazza.

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