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Lo studio sugli scheletri degli scavi di Oplontis: trovate due donne incinte e un feto

Due università americane stanno conducendo uno studio sugli scheletri delle 54 vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. trovati a Oplontis.
A cura di Enrico Tata
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Feto di 36 settimane ritrovato nella cavità addominale di uno scheletro di donna.
Feto di 36 settimane ritrovato nella cavità addominale di uno scheletro di donna.

Erano in salute e mangiavano bene, ma spesso avevano problemi ai denti. Raccontano questo i resti carbonizzati delle persone trovate nella villa di Lucius Crassius Tertius di Oplontis. Cercarono di fuggire dalla furia del vulcano nascondendosi nella villa, ma l'esplosione del Vesuvio di quasi duemila anni fa li raggiunse anche lì. Le loro storie sono custodite dai loro scheletri, che in queste settimane sono oggetto di uno studio condotto dal professor Nicola Terrenato dell'Università del Michigan e dalla professoressa Kristina Killgrove dell'università della West Florida. Secondo quanto è emerso da un'indagine su almeno 54 resti trovati nella cosiddetta Villa B di Oplontis, le vittime non presentavano alcuna forma di malattie, come per esempio la malaria, e seguivano una dieta equilibrata, perché per ora gli studi non hanno riscontrato alcuna forma di anemia. In molti di loro, però, sono stati riscontrati gravi problemi dentali. Molti scheletri, infatti, presentano mascelle senza denti o con denti rotti e con molte carie. Potrebbe essere, sostengono i professori, una conseguenza di un periodo prolungato di fame o malattia.

Tra le 54 vittime di Oplontis anche due donne incinte

Lo studio sui resti dei 54 antichi romani, ritrovati negli anni '90, aiuterà a comprendere meglio come si svolgeva la vita quotidiana nel I secolo dopo Cristo. Le loro vite si sono fermate e sono state cristallizzate dalla cenere del Vesuvio in seguito all'eruzione devastante del 79 d.C.. Cercarono fuggire dall'esplosione nascondendosi a Oplonti, con sé portarono gioielli e oro, ma le ceneri li raggiunsero anche all'interno della villa. Tra gli scheletri ci sono almeno due donne incinta e molti erano tra loro parenti.

Gli studi portati avanti dalle università americani, in collaborazione con la direzione del parco archeologico di Pompei, sono stati finanziati dal National Endowment for Humanities, dalla Rust Family Foundation for Archaeological Research e dall'Università della West Florida.

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