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Napoli, il caldo anomalo e quella (immotivata) paura del terremoto

Il caldo causato dal vento di scirocco preoccupa chi visse il terremoto dell’Irpinia del 1980. Il motivo? Anche quel tragico 23 novembre c’era un caldo afoso. Storia di una sensazione che non ha alcun fondamento scientifico.
A cura di Redazione Napoli
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Diciamolo chiaramente e fin da subito: è una fesseria, non ha alcun fondamento scientifico. Ma vallo a spiegare a chi quel 23 novembre del 1980 dopo le violentissime scosse del terremoto dell'Irpinia cercò invano una spiegazione, una qualsiasi, a quel disastro.

Soprattutto vallo a spiegare a chi perse tutto e ancor oggi, nel tentativo di evitare che in futuro la stessa tragedia possa colpire altri, cerca disperatamente di individuare un qualsivoglia cenno premonitore del disastro.

Si può prevedere un terremoto? Ci sono segnali chiari e incontrovertibili che avvertono dell'imminenza di una scossa?

La scienza ad oggi non ha risposte e dunque ad oggi non abbiamo segnali così tangibili e incontrovertibili tali da poter prevedere dal nulla un terremoto con la precisione necessaria ad avviare un piano di evacuazione. Purtroppo, perché una scoperta del genere salverebbe milioni di vite. Ci sono scienziati e presunti tali che pretendono di aver individuato la ricetta per prevedere un sisma, ma il confine fra scienza e ciarlataneria pende decisamente in favore di quest'ultima.

Dunque c'è chi si affida alla fatalità, chi a presunti "microsegnali", a eventi ricorrenti presunti anticipatori di nefaste calamità o a chissà cos'altro ancora. A Napoli, ad esempio, in questi giorni andando in bus, in metropolitana o semplicemente chiacchierando con qualche anziano sarà capitato a molti di sentirsi raccontare la preoccupazione per questo caldo "anomalo" che a novembre investe la città. Dal punto di vista meteo altro non è che un vento di scirocco , vento caldo proveniente dal Sud-Est del globo, un vento africano che porta l'innalzamento delle temperature e una fastidiosa condizione di "cappa" nuvolosa sulla città. Foschia e polvere, insomma.

Questo caldo, ricordano alcuni, si sentiva anche nei giorni precedenti il tragico sisma del 1980 che causò  8.848 feriti e 2.914 morti accertati. Una coincidenza, seppur ripetuta, non è legge scientifica, non ha nesso di causalità.

Eppure la fatalità dei napoletani, popolo che vive alle falde di un vulcano attivo, è ben nota e la superstizione con annessa preoccupazione è servita.

Del resto si tratta di una leggenda antica: anche i Greci volevano spiegare gli eventi tellurici con varie manifestazioni della natura. Da allora ad oggi il metodo scientifico ha sempre smentito determinate correlazioni.

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