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Napoli puzza, gli spazzini non ci sono e noi dobbiamo sperare nella pioggia

Vicoli e strade invasi dai cattivi odori dei cassonetti dell’umido e della spazzatura indifferenziata mai ripuliti e disinfettati. Dobbiamo sperare che la pioggia lavi via la sporcizia. E al tempo stesso augurarci che un acquazzone non intasi le caditoie fognarie.
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Napoli puzza. Non lo dice un anti-meridionale, non lo scrivono su Facebook gli ultras di una squadra del profondo Nord. Lo dicono i fatti: per tutto il mese d'agosto Napoli è stata avvolta da un fetore causato da innumerevoli fattori. Il primi: mancato lavaggio di gran parte dei cassonetti del centro storico e non solo. Mai vista in via Cesare Rosaroll, a porta Capuana, a Gianturco, a Barra, a Ponticelli, a Pianura, ma nemmeno nella signorile via Santa Lucia, l'operazione di bonifica dei cassoni invasi da ogni tipo di monnezza, umido, secco, bottiglie, rifiuti organici e grossi elettrodomestici. Poi ci si è messa la pioggia. Anzi, la pioggia non ci si è messa perché non s'è vista: agosto afoso e caldo, i soliti incivili che hanno gettato ogni tipo di spazzatura ad ogni ora del giorno e della notte, l'inefficienza dell'Asia, l'azienda di igiene urbana sulla cui fallace gestione comunale è scattato un imbarazzante silenzio.

Risultato? Bisogna sottrarre ai sensi del napoletano e del turista l'olfatto. La vista è sì deturpata dalle montagnelle di immondizia che si vedono in giro, ma l'odore è ancora peggio. Non resta che incrociare le dita per settembre, attendere l'immancabile acquazzone di inizio mese. E sperare che non sia devastante, visto che la pulizia delle caditoie fognarie nemmeno quest'anno – con buona pace del sindaco Luigi De Magistris e del suo vice con delega alla Nettezza Urbana, Raffaele Del Giudice, è stata effettuata in tutta la città.

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