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Nei disegni di Fortuna Loffredo l’orrore vissuto dalla bambina (FOTO)

In alcuni disegni realizzati da Fortuna Loffredo prima della sua morte emergono il disagio e le violenze subite dalla bambina, uccisa nel giugno 2014 nel Parco Verde di Caivano, vicino Napoli. I disegni di Chicca erano stati oggetto di perizie già nei mesi successivi alla sua morte: ora, con il presunto assassino in carcere, suonano come disperate e inascoltate richieste di aiuto.
A cura di Francesco Loiacono
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Case inaccessibili come prigioni, figure femminili disegnate e cancellate, personaggi e immagini disegnati con tratti marcati. Nei disegni realizzati da Fortuna Loffredo, la bambina uccisa il 24 giugno del 2014 a Caivano, vicino Napoli, era già racchiuso a quanto pare il dramma vissuto dalla piccola. Costretta, secondo i magistrati, a subire ripetute violenze sessuali dall'uomo che poi l'avrebbe uccisa, scaraventandola dall'ottavo piano del complesso popolare Parco Verde. Quell'uomo, il 44enne Raimondo Caputo, compagno della vicina di casa di Fortuna, è adesso in carcere. E a consentirne l'arresto, oltre ai racconti agghiaccianti di un'amichetta del cuore di Fortuna, figlia della compagna del presunto orco, sono state anche le perizie sui disegni realizzati da Fortuna prima della sua tragica morte.

I disegni di Fortuna erano già stati oggetto di perizie

I disegni di Chicca – soprannome di Fortuna per amici e parenti – erano stati oggetto di perizia già nei mesi successivi alla sua morte, che all'inizio si pensava potesse essere accidentale. Si tratta di disegni che ad occhi inesperti possono risultare insignificanti, come molti altri realizzati da bambini di sei anni. Ma agli occhi esperti di grafologi e periti, come Sara Cordella, incaricata dai legali della difesa, quei disegni comunicavano. Raccontavano delle violenze a cui era sottoposta Fortuna, erano pieni di rabbia e di un'aggressività inusuali per una bambina di appena sei anni, specie quelli realizzati nel palazzo dove viveva, a casa con le sue amichette. L'avvocato Angelo Pisani, legale dei nonni e del papà di Fortuna e il pubblico ministero Federico Bisceglia, il primo a occuparsi del caso prima di morire in un incidente d'auto, avevano forse capito che una delle chiavi per risolvere il caso della morte di Fortuna era nascosta nei suoi disegni. Che adesso restano impressi su quei fogli di quaderno, come una disperata richiesta d'aiuto ascoltata troppo tardi.

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