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Nozze gay, il Comune di Napoli fa ricorso al Tar contro l’annullamento delle trascrizioni

L’amministrazione partenopea ricorre al Tar contro il provvedimento di cancellazione di tutte le trascrizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso registrate a Napoli negli ultimi mesi. Il provvedimento ha avuto seguito in osservanza della circolare del ministero dell’Interno.
A cura di Angela Marino
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Tutte le trascrizioni relative alle unioni tra persona dello stesso sesso registrate presso il comune di Napoli sono state cancellate perché "illegittime", come prescritto dalla circolare ministeriale del 7 ottobre. Palazzo San Giacomo però non ci sta e fa ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento del prefetto che ha cancellato con un colpo di spugna, lo scorso novembre, tutte le trascrizioni dei matrimonio gay contratti all'estero da cittadini napoletani.

Unioni registrate all'anagrafe partenopea negli ultimi mesi a seguito della direttiva dello scorso 23 giugno emanata dal sindaco Luigi de Magistris che stabiliva per Napoli, prima città in Italia, l'obbligo di trascrizione. Il motivo del provvedimento era, come ribadito dalla circolare del dicastero, esclusivamente giuridico: la competenza in materia appartiene al Parlamento e non agli enti locali. Le trascrizioni erano pertanto, illegittime. Ma proprio contro questo principio si appella l'Avvocatura comunale partenopea, sostenendo che trascrivere l'atto nei registri dello Stato civile non significa "in alcun modo sostituirsi al legislatore nazionale, ma solo certificare l'esistenza di tali legami che, ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione e dell'articolo 12 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, non possono in alcun modo essere discriminati".

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