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Omicidio di Gianluca Cimminiello, spuntano le dichiarazioni dei pentiti

È stata aggiornata all’11 febbraio 2016 l’udienza d’appello sul caso Cimminiello svoltasi oggi al Tribunale di Napoli. Gianluca detto Zendark, tatuatore, fu ucciso nel 2014 a Casavatore per uno “sgarro” a un uomo vicino al clan Abete-Notturno-Aprea.
A cura di Angela Marino
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È stata aggiornata all'11 febbraio 2016 l'udienza d’appello sul caso Cimminiello svoltasi oggi al Tribunale di Napoli. La seduta è stata aggiornata per ammissione di nuove indagini della Dda di Napoli, e l'audizione di 7 nuovi pentiti più riascolto di Anna, la fidanzata della vittima e testimone oculare dell'omicidio. Accolto il ricorso in cassazione di Vincenzo Russo, l'esecutore materiale dell'omicidio(attualmente al 41 bis ma formalmente scarcerato per l'omicidio). Il procuratore ha chiesto di ammettere al procedimento 7 nuove dichiarazioni di Collaboratori di Giustizia: si tratta di Pasquale Riccio, Giuseppe Ambra, Giovanni Illiano, Antonio Accurso, Rosario Guarino, Carmine Cerrato, Ciro Niglio.

Ucciso per una foto

Gianluca Cimminiello detto Zendark, di professione tatuatore, è morto a Casavatore nel 2014 per mano dei killer della camorra. La sua unica colpa era quella di aver posato in una foto con un noto calciatore del Napoli, Ezequiel Iván Lavezzi. Una "provocazione" che un tatuatore concorrente volle punire inviando alcuni uomini del clan Amato-Pagano che per dare una lezione a Gianluca. Quello che non poteva prevedere è che il giovane era un allenato kickboxer e che avrebbe messo in fuga i suoi emissari. Per lavare l'onta dell'umiliazione, il capoclan Arcangelo Abete e Raffaele Aprea, esponenti del gruppo Abete-Notturno-Aprea dell'ala degli Scissionisti organizzarono l'omicidio del giovane. Testimonianza fondamentale nel processo, quella di Anna, la fidanzata di Gianluca, presente durante i fatti.

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