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Opinioni

Papa Francesco a Napoli: la visita di Bergoglio nel capoluogo campano

Ora dopo ora, tappa dopo tappa, in diretta tutto il percorso della visita del Santo Padre del capoluogo partenopeo del 21 marzo 2015. Papa Bergoglio, partito da Pompei, è arrivato a Scampia, poi ha celebrato la Messa in piazza Plebiscito ed è andato a pranzo coi detenuti nel carcere di Poggioreale. Nel pomeriggio ha dialogato coi sacerdoti al Duomo e benedetto gli ammalati alla Chiesa del Gesù Nuovo. Infine, è giunto al festoso appuntamento con le famiglie al Lungomare.
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Poco prima delle 18, in perfetto orario sulla tabella di marcia, Papa Francesco ha lasciato il palco allestito sul Lungomare Caracciolo ed è rientrato nella papamobile alla volta della stazione Marittima al porto di Napoli: lì l'elicottero della Città del Vaticano riporterà il Pontefice alla Casa Santa Marta lì dove, fin dalla sua elezione, il papa argentino ha deciso di alloggiare, rifiutando gli appartamenti vaticani. ‘Mi congedo da Napoli e ritorno a Roma, vi auguro il meglio e ca ‘a Maronna v'accompagne‘, sono state le parole con le quali Papa Francesco ha lasciato il palco alla Rotonda Diaz accompagnato dalle note della canzone "‘O sole mio". È sicuramente stata una visita, quella di Bergoglio, destinata a restare per anni e anni nella memoria dei partenopei, al pari dell'ultimo incontro di Papa Giovanni Paolo II coi fedeli della città.

•L'arrivo di Papa Francesco a Scampia
•La Messa in piazza Plebiscito
•L'arrivo al Carcere di Poggioreale
•Il miracolo di San Gennaro al Duomo
•L'incontro con i malati alla Chiesa del Gesù
•Con le famiglie sul Lungomare

Papa Francesco sul Lungomare di Napoli

Infine, i bambini e le sofferenze che riguardano i più piccoli, tema molto caro al Pontefice. "Per esempio, perché soffrono i bambini? Come mi spieghi questo? Dove trovi una parola di Dio che spieghi perché soffrono i bambini? E uno dei grandi silenzi di Dio e il silenzio di Dio non dico che si puo' capire, possiamo avvicinarci al silenzio di Dio guardando il crocifisso": è uno dei passi del discorso che il Papa ha pronunciato ‘a braccio' rispondendo alle domande dei fedeli nell'incontro alla Rotonda Diaz, sul Lungomare Caracciolo, ultimo appuntamento della visita a Napoli. "Questi sono i silenzi di Dio – ha detto il Papa -. "Ma padre, Dio ci ha creato per essere felici. Sì è vero ma lui tante volte tace".

Rispondendo alle domande dei fedeli, ora Papa Francesco parla di matrimonio: "Non è più di moda tra i giovani sposarsi – dice -. La famiglia – ha aggiunto – è in crisi, non è una novità. I giovani non vogliono sposarsi, preferiscono convivere, senza compromessi, poi forse se viene un figlio si sposeranno, ma non è una cosa di moda sposarsi oggi. Ma la famiglia non si impara in un corso, tipo come diventare sposi in otto lezioni…". . "La famiglia è sotto attacco – prosegue il successore di Ratzinger al Soglio di Pietro – come si puo' fare con la secolarita', una secolarita che è attiva. È secolarismo attivo, come si puo' fare con queste colonizziozoni ideologiche? Con una cultura di non vedere la famiglia, meglio non sposarsi, meglio rimanere a casa. Come si fa? Ma io, non ho la ricetta davvero".

Dopo il siparietto col casco, Bergoglio nel suo ultimo appuntamento a Napoli parla degli anziani. Prima, si siede: "Sono stanco, voi napoletani mi fate correre!". A porre una domanda una donna di 95 anni. E Bergoglio: "Lei ha 95 anni? Allora io sono Napoleone!". Poi, parlando di vecchiaia, si fa serio: "La solitudine è il veleno più grande per gli anziani – afferma -. Gli anziani non sono scarti". "Noi anziani abbiamo acciacchi, abbiamo un po' di problemi e portiamo problemi agli altri e la gente ci scarta forse per questo, perché non serviamo. C'è questa abitudine di lasciarli morire – continua – ma siccome a noi piace usare eufemismi diciamo una parola tecnica ‘eutanasia'" che non è solo "una puntura che ti manda dall'altra parte, ma anche quella ‘nascosta'", cioè quella che non ti offre "le cure, le medicine", e che "ti rende la vita triste".

Ore 17.20. È allegro e festoso l'arrivo del Pontefice al Lungomare: volano centinaia di palloncini coi colori dello Stato Vaticano (bianchi e gialli), il Papa ad un certo punto viene invitato a indossare un casco da motociclista, un grande "spot" verso i ragazzi che invece a bordo degli scooter non lo indossano.
Sul palco ci saranno una serie di testimonianze e delle questioni cui Papa Francesco risponderà direttamente.

Papa Francesco col casco
Papa Francesco col casco

Ore 17: Centomila persone sul Lungomare Caracciolo di Napoli cantano e ballano attendendo l'arrivo di Papa Francesco per l'ultima tappa di questa intensa visita pastorale all'ombra del Vesuvio. L'incontro è quello con le famiglie, cui Bergoglio, richiamando quella che è stata un po' la linea di questa giornata densa di avvenimenti e di incontri – nelle periferie, fra gli ammalati, fra i detenuti, coi sacerdoti – ribadirà l'importanza dei valori cristiani nella crescita dell'individuo, spirituale ma anche nel rapporto con una concretezza, con la vita di tutti i giorni che non deve però lasciar spazio eccessivo al materiale, non deve lasciare spago all'egoismo e all'avidità. Concetti che Bergoglio ha ripetuto anche con una certa decisione ai sacerdoti partenopei durante la visita alla Cattedrale.

Il Pontefice con gli ammalati nella chiesa del Gesù Nuovo

La visita agli ammalati e ai loro medici prevedeva il divieto tassativo di ingresso delle telecamere. A quanto è trapelato, il Pontefice ha parlato dell'umanizzazione della medicina: "Quanti benefici può portare, lì dove si riesce a viverla, a tutti i malati e ai loro familiari. Quanto è importante per i medici – lo sapete bene voi che siete qui presenti – avere questa sensibilità testimoniata da san Giuseppe Moscati nel trattare con gli ammalati e i sofferenti!", ha detto con riferimento al medico canonizzato le cui reliquie sono custodite proprio nella chiesa del Gesù Nuovo. "Conosco l'impegno della Chiesa qui a Napoli – ha aggiunto – che, come il santo dottore Moscati, scende per strada, tra i vicoli, tra la gente sofferente per far conoscere che Gesù è vicino, si china sulle sue piaghe,le cura, le medica come ‘buon Samaritano', e la risolleva. Vi incoraggio ad andare avanti in questo lavoro che è un'opera di misericordia".

Sono le 16.15, Papa Francesco è uscito dal Duomo di Napoli in direzione piazza del Gesù dove inconterà i malati. Il Pontefice ha espresso la volontà di poter dare conforto religioso alle persone con patologie gravi che avevano già chiesto più volte di incontrarlo. C'è anche un gruppo di immigrati in attesa del Papa in Piazza del Gesù "Siamo esseri umani, non siamo schiavi. Lavoro, dignità e soggiorno per tutti" c'è scritto su uno striscione.

Papa Bergoglio al Duomo con i sacerdoti

SI È SCIOLTO IL SANGUE DI SAN GENNARO.
Sono le ore 16.06, lo annuncia il cardinale Sepe.
"Segno che San Gennaro vuol bene al Papa che è napoletano come noi il sangue è metà sciolto" dice l'arcivescovo partenopeo, mostrando l'ampolla contenente il sangue del patrono di Napoli che tradizionalmente si scioglie il 19 settembre. "Il vescovo – ha chiosato Bergoglio – ha detto che il sangue è metà sciolto si vede che ci vuole bene a metà, dobbiamo essere più buoni e convertirci ancora: pregate per me". C'è da ricordare che durante le visite di Giovanni Paolo II nel 1990 e Benedetto XVI nel 2007 il sangue di San Gennaro non si era sciolto.

Bergoglio e Sepe col sangue di San Gennaro in duomo.
Bergoglio e Sepe col sangue di San Gennaro in duomo.

"Chi chiacchiera è un terrorista che butta una bomba, distrugge e lui è fuori…almeno facesse il kamikaze…" dice Papa Francesco con una similitudine che sorprende tutti i partecipanti all'incontro. Un paragone forte, evidentemente fatto per lasciare il segno, soprattutto sui giovani aspiranti sacerdoti; un duro monito contro chi parla, spesso lamentandosi e contestando, all'interno della Chiesa, senza agire. "Le chiacchiere sono un terrorismo della comunità diocesana…" continua.

Ore 15.50. Al Duomo il Papa si rivolge ai seminaristi e all'ordine sacerdotale con la consueta chiarezza: "Quanti scandali nella Chiesa per i soldi", dice il Papa che parla di povertà e spirito di misericordia. "Quando nella Chiesa, tra i sacerdoti e i religiosi, entra l'affarismo, è brutto". "La prima delle beatitudini è beati i poveri…". "Un sacerdote può avere i suoi risparmi ma che siano ragionevoli…si fanno le differenze fra gli uomini quando ci sono i soldi in mezzi. Io – dice rivolgendosi ai seminaristi e ai sacerdoti della diocesi partenopea – mi chiederei ‘come va il mio voto di povertà?". Rivolto ai religiosi presenti ha detto: "In altre parti succede, ma a Napoli sicuramente no, che si litiga con il vescovo, con i sacerdoti, ma questo non è stare al centro di Gesù". A guidare gli uomini di chiesa deve essere lo "spirito di povertà".

"Io ho preparato un discorso, ma sono noiosi i discorsi" esordisce Papa Francesco al Duomo e annuncia che parlerà a braccio. Ad applaudirlo calorosamente anche 66 suore di clausura che per l'occasione sono uscite dal convento. Papa Bergoglio a Napoli parla ai seminaristi: "Se non avete Gesù al centro ritardate l'ordinazione. Se non siete sicuri che Gesù è il centro della vostra vita, aspettate un po' più di tempo per essere sicuri, perché al contrario incomincerete un cammino che non sai come finirà". Cita Sant'Alfonso Maria de' Liguori, figura seicentesca, autore della famosissima canzone di Natale "Tu scendi dalle stelle".

Papa Francesco al Duomo di Napoli col cardinale Sepe
Papa Francesco al Duomo di Napoli col cardinale Sepe

Ore 15.10 Papa Francesco, dopo aver lasciato il carcere di Poggioreale dove si è a lungo intrattenuto con i detenuti, ha raggiunto il Duomo di Napoli per incontrare i sacerdoti, i religiosi, i diaconi permanenti e i seminaristi. Esposte, per il suo arrivo, le reliquie del sangue di San Gennaro. Per l'occasione – così com'è prassi quando arriva un Pontefice in città – si cercherà il prodigio dello scioglimento del sangue.
Papa Francesco, percorrendo la navata centrale della Cattedrale, ha incontrato don Maurizio Patriciello, il parroco antiroghi di Caivano, epicentro della Terra dei fuochi. Tra il Pontefice e il sacerdote un breve colloquio.

Simpatico siparietto in Duomo: le suore di clausura, uscite oggi dai monasteri con una deroga speciale, sono salite sull'altare maggiore del duomo, circondando il Papa per salutarlo, offrirgli dei doni e scambiare con lui qualche parola. Sorrisi da parte di Bergoglio, commenti al microfono in dialetto da parte del card. Sepe: "Guarda ‘cca… ma comm'e ‘o fatto, sorelle… e cheste so ‘e clausura, figuriamoci chelle no ‘e clausura".

Papa Francesco al carcere di Poggioreale

Durante la sua permanenza a pranzo nel carcere partenopeo di Poggioreale, Papa Francesco è stato a tavola con 12 detenuti; vicino a lui siedevano un recluso argentino e il provveditore delle carceri. Il Pontefice ha salutato uno ad uno tutti i carcerati presenti. "I carcerati troppo spesso sono tenuti in condizioni indegne della persona umana, e dopo non riescono a reinserirsi nella società – ha scritto Bergoglio in un messaggio indirizzato ai detenuti -. "Ci sono alcune esperienze buone e significative di inserimento. Bisogna lavorare su questo, sviluppare queste esperienze positive, che fanno crescere un atteggiamento diverso nella comunità civile e anche nella comunità della Chiesa. Alla base di questo impegno – ammonisce – c'è la convinzione che l'amore può sempre trasformare la persona umana. E allora un luogo di emarginazione, come può essere il carcere in senso negativo, può diventare un luogo di inclusione e di stimolo per tutta la società, perché sia più giusta, più attenta alle persone". Poco prima delle 15 a bordo della papamobile ha lasciato la struttura carceraria; i fedeli lo hanno acclamato anche all'uscita della casa circondariale, intonando il suo nome. All'esterno uno striscione con la scritta: "Francesco, aria di primavera" e un cartellone con la sua immagine disegnata a matita: "Sei uno di noi". E ancora: "Un santo nell'inferno di Poggioreale".

Poco dopo le 13 Papa Francesco arriva a Poggioreale. Lì, nella casa circondariale cittadina (è una delle due, l'altra è quella di Secondigliano) uno degli istituti di pena più affollati e nei quali è più drammatico l'allarme tutto italiano delle condizioni di vita nei penitenziari, Bergoglio ha voluto far sentire la propria presenza, fermandosi per pranzare coi detenuti. Ad accoglierlo il direttore dell'istituto penitenziario, Antonio Fullone e il cappellano don Franco Esposito. Bergoglio pranzerà con circa 120 detenuti, tra cui 13 transessuali, all'interno della cappella dove è stata allestita una tavolata. Saranno gli stessi detenuti a preparare il pranzo composto da tre portate: pasta al forno, arrosto e dolci tipici napoletani.
Dietro le transenne sistemate di fronte all'istituto penitenziario, oltre un migliaio di persone lo applaudono, sventolano delle bandierine bianche e gialle con la scritta ‘viva Papa Francesco' e cantano ‘O surdato nnamurato'. Alle loro spalle sono stati fatti volare dei palloncini. Alla finestra del palazzo di fronte all'ingresso del carcere un cartello recita: "questo giorno è stato fatto per te, ma Napoli non è questa". Il Pontefice ha salutato e benedetto tutti, ha preso in braccio e baciato alcuni neonati e poi è entrato a piedi nell'istituto di pena.

Lungo il corridoio che conduce alla cappella del penitenziario, Jorge Bergoglio ha salutato rappresentanti della Direzione, della Polizia Penitenziaria e dei dipendenti della Casa Circondariale. Sul piazzale antistante la chiesa, ha quindi salutato i detenuti. Infine il pranzo in chiesa con una rappresentanza di carcerati. Nel corso del pranzo, il Papa rivolge loro un breve discorso, dopo le domande rivoltegli da due detenuti.

Sono le 12.35 quando Papa Francesco benedice i fedeli in piazza Plebiscito e si congeda col canto del coro. Il cardinale Sepe gli regala un calice intarsiato. Tante anche le persone che hanno partecipato alla celebrazione affacciate ai balconi dei palazzi limitrofi da cui sono state esposte gigantografie del Papa e bandiere del Vaticano. Non sono mancati in piazza alcuni casi di malore dovuti alla ressa. Ora inizia il lento deflusso dalla piazza, organizzato con l'ausilio dei volontari di Protezione civile allo scopo di guidare i fedeli verso l'esterno della piazza e dell'attigua piazza Trieste e Trento senza problemi. Una parte di coloro i quali hanno preso parte alla cerimonia religiosa andrà verso la metropolitana – quelle più vicine aperte sono piazza Borsa e piazza Dante, è chiusa invece la stazione di via Toledo e la Funicolare centrale – un'altra parte invece raggiungerà a piedi la stazione centrale o i luoghi di concentramento previsti dalle carovane venute in autobus private, molte delle quali anche da fuori Campania. Tra pochi minuti il Santo Padre lascerà piazza del Plebiscito a bordo della Papamobile per dirigersi verso il carcere di Poggioreale, terza tappa della sua visita a Napoli, dove è previsto un incontro con i detenuti.

Le parole di Papa Francesco in piazza Plebiscito

Il discorso di Papa Francesco è tutto incentrato su Napoli e sulla lotta alla criminalità. "Napoli sia piena della speranza di Cristo, largo alla speranza: lo dico a tutti, apritevi alla potenza di Gesù risorto e porterete frutti di vita nuova in questa città, frutti di condivisioni e riconciliazione, di servizio e di fraternità, lasciatevi avvolgere e abbracciare dalla misericordia che soltanto Gesù ci porta, cari napoletani".
"Largo alla speranza, non lasciatevi rubare la speranza, cari napoletani" afferma il Santo Padre, intenzionato a dire molto sull'argomento criminalità e sulla possibilità di conversione. "Non cedete a facili guadagni e redditi disonesti, questo è pane per oggi e fame per domani, reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, che sfruttano e corrompono i poveri e i deboli col cinico commercio della droga e altri crimini, non lasciatevi rubare la speranza, non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente, la corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa città, non sfigurino la gioia del vostro cuore napoletano". "Ai criminali e a tutti i loro complici io oggi umilmente, come loro fratello dico: convertitevi all'amore e alla giustizia, lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio, siate consapevoli che Gesù vi sta cercando, con la Grazia di Dio che perdona tutto e perdona sempre, è possibile tornare a una vita onesta, lo chiedono anche le mamme di Napoli queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riportino alla via del Bene". "Oggi è primavera, è il momento del riscatto per Napoli". Il Papa rompe il protocollo e va tra la gente.

"Gesù è il Signore, nessuno parla come lui, lui solo ha parole di misericordia che possono guarire le ferite del nostro cuore, lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Cristo è potente, ha la potenza di Dio che è forte nell'umità, anche nella debolezza, la sua potenza è quella dell'amore, un amore che non conosce confini che ci fa amare gli altri prima di noi stessi". Papa Francesco parla così alle trentacinquemila persone sedute e alle altre migliaia di persone assiepate in piazza del Plebiscito (in tutto circa 60mila), durante la sua omelia. Parla ai sacerdoti: "Dovete portare misericordia, perdono, pace, gioia nei sacramenti, nell'ascolto, che il Popolo di dio possa trovare in voi uomini misericordiosi come Gesù".
"Ogni parrocchia e ogni realtà ecclasiale diventi casa per chi ricerca rifugio", chiede il Papa. "Vai, accogli; vai, cerca; vai e porta amore, misericordia e tenerezza". "Quando i cuori si aprono al Vangelo il mondo inizia a cambiare", continua.

Sono le 11.20 quando Bergoglio fa il suo ingresso in piazza Plebiscito per la Santa Messa. Indossa ovviamente i paramenti sacri e celebra una funzione cantata. Inizia con una lettura biblica dal libro del Profeta Geremia.
Tutti si aspettano, al termine della funzione, altre parole del Papa sulla città e un'altra omelia che parli dei problemi che tanto stanno a cuore al capo della Chiesa Cattolica: la tutela dei più deboli, il tema drammatico del lavoro che non c'è, la tolleranza verso gli immigrati e qualsiasi altra minoranza presente nel Paese. Nel frattempo dai monitor installati in piazza e nell'attigua piazza Trieste e Trento numerosi fedeli assistono alla cerimonia. Problemi stamane per chi aveva scelto di guardare attraverso i monitor la visita a Scampia poiché non c'era l'audio, ora ripristinato.

Ore 10.35: A tempo di record Papa Francesco è giunto in piazza Plebiscito. Qui celebrerà la Santa Messa. Il Papa a bordo dell'auto bianca saluta i tantissimi fedeli presenti – quelli col biglietto sono 35mila – e si fa immortalare dai flash delle macchine fotografiche. Con lui sulla Papamobile il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. "Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa" è la frase evangelica cantata a più riprese dal coro in piazza.

L'arrivo del Papa in piazza Plebiscito
L'arrivo del Papa in piazza Plebiscito

Il percorso di Papa Francesco, interamente transennato e adattato all'utilizzo della mitica Papamobile targata SCV1 è stato accompagnato dalle esortazioni e dagli applausi dei fedeli, da Secondigliano fino a via Toledo, dove in centinaia erano assiepati dietro le transenne per vedere il Papa.

La Papa mobile in via Toledo (foto di Silvia Massarelli)
La Papa mobile in via Toledo (foto di Silvia Massarelli)

Ora il programma ufficiale della visita pontificia prevede l'ingresso nella papamobile, il passaggio lungo corso Secondigliano, calata Capodichino, la Marina e poi via, verso piazza del Plebiscito, dove dalle 6 del mattino è tutto pronto per la Messa di Papa Francesco. Il deflusso è stato intenso ma sostanzialmente tranquillo fino a stamattina alle 8. Migliaia i fedeli, muniti di biglietto, che hanno potuto accedere all'emiciclo per assistere alla funzione prevista alle ore 11.

Papa Francesco a Scampia

Prima di andare via, il Pontefice ha ricevuto dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, visibilmente emozionato e con la fascia tricolore da primo cittadino, le chiavi della città, accompagnate da una pergamena in cui sottolinea la "gratitudine per la sua visita e le sue parole" fonti di "energia forte per proseguire la ricerca del bene comune e l'affermazione dei principi di giustizia e legalità, contro ogni forma di discriminazione".

Le Chiavi di Napoli consegnate al Papa dal sindaco De Magistris.
Le Chiavi di Napoli consegnate al Papa dal sindaco De Magistris.

Il pontefice chiude il suo discorso a Scampia con un "A maronna v'accumpagna.." frase sovente utilizzata dall'arcivescovo Sepe. È stato un discorso destinato a essere ricordato, molto bello, un discorso che ha toccato alcuni nodi centrali della nostra società: il lavoro non pagato, il lavoro a nero, il lavoro non pagato, lo sfruttamento, la corruzione, la condizione dei migranti nella nostra città.
"Quanta corruzione c'è nel mondo – ha detto il Pontefice – è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza (il Papa ha usato il termine gergale ‘spuzza‘), la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sè la corruzione non è cristiano, puzza".

Importante anche il passaggio sulla politica: "La ‘buona politica' – ha affermato – è un servizio alle persone, che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle vere e proprie omissioni è più diretto e fa più male. "Incoraggio – ha concluso – la presenza e l'attivo impegno delle Istituzioni cittadine, perché una comunità non puo' progredire senza il loro sostegno, tanto più in momenti di crisi e in presenza di situazioni sociali difficili e talvolta estreme". Al termine del discorso, Bergoglio ha anche invitato a "andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia quella puzza della corruzione". I fedeli hanno salutato Bergoglio intonando "‘O surdato nnammurato".

Il Papa a Scampia benedice un Vangelo.
Il Papa a Scampia benedice un Vangelo.

La corruzione è un altro tema toccato dal bel discorso del Papa argentino: "Se chiudiamo le porte ai migranti e non diamo lavoro, siamo dei corrotti". " E – dice – la corruzione puzza, la società corrotta puzza".

Papa Francesco a Scampia
Papa Francesco a Scampia

A Scampia Papa Francesco parla di lavoro: "Cosa fa un giovane senza lavoro? Che strada sceglie?". Qualcuno dal pubblico gli urla: "La camorra!". "Qui più del quaranta percento delle persone è senza lavoro". "Il problema non è mangiare, è non avere la possibilità di portare il pane a casa, di guadagnarlo ,e quando non si guadagna il pane si perde la dignità e questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità. Dobbiamo difendere la nostra dignità di cittadini, di uomini, di donne". Il tema è sentitissimo, molta gente applaude, ci sono le prime lacrime: sono le mamme dei giovani disoccupati, spesso laureati e residenti in un contesto difficilissimo come quello della periferia Nord di Napoli che anche nella diretta di Fanpage.it manifestano il loro disagio verso la mancanza di lavoro e futuro per i loro figli. "Undici ore di lavoro per 700 euro al mese, si chiama sfruttamento. E chi sfrutta non è un cristiano".

"Ho voluto cominciare da qui, da questa periferia, la mia visita a Napoli": sono le prime parole di Papa Francesco. "Voi appartenete a un popolo con una lunga storia attraversato da vicende drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, ma non è mai stata triste". Papa Francesco poi parla del dramma criminalità: "Chi prende la via del male – dice – ruba la speranza a tutti"; e dei migranti: "Non sono umani di seconda classe". La gente approva, applaude, annuisce al Papa che rilancia: "Dobbiamo far sentire ai nostri fratelli e sorelle migranti che sono come noi, figli di Dio, che sono migranti come noi, perché tutti noi siamo migranti".

Ore 9.35. "Essere accolti" è quello che chiede una giovane immigrata a Papa Francesco. Un discorso commovente, il Pontefice saluta con affetto la giovane. Poi parla un lavoratore, il cui nome è Michele: "Un appello per chi il lavoro non ce l'ha". Il Pontefice ascolta con attenzione.

Sono le 9.30 e a Scampia è festa grande per l'arrivo di Bergoglio. Un selfie con il Papa e un abbraccio. Così alcuni bambini in piazza Giovanni Paolo II, a Scampia, all'arrivo del Pontefice per la prima tappa della sua visita a Napoli. "Quando i figli chiamano, il Papa va, grazie per essere venuto". Il Cardinale Crescenzio Sepe saluta così il Papa.

Alle ore 9.16 Papa Francesco, al secolo Jorge Bergoglio, fa il suo ingresso a Napoli dal quartiere di periferia di Scampia. È la prima visita del Papa argentino, la quarta di un Pontefice della Chiesa Apostolica Cattolica. Ci sono 5mila persone a festeggiare l'arrivo del Pontefice; la Papamobile sta giungendo in piazza Giovanni Paolo II, percorrendo via Baku e viale della Resistenza. Ppapa Francesco è accolto dall'arcivescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della Città, Luigi De Magistris.

Il Papa da Pompei a Scampia in elicottero

Ore 9. L'elicottero del Papa sorvola Scampia. È il primo apputamento napoletano ed è la prima volta di Papa Francesco nella città partenopea. Prima dell'arrivo a Napoli Bergoglio ha visitato Pompei, nel santuario della Beata Vergine del Rosario. Dopo aver pregato in silenzio e in piedi per alcuni minuti davanti al quadro che raffigura la Beata Vergine del Rosario, il Pontefice ha recitato la piccola supplica e si è raccolto nuovamente in preghiera all'interno della cappella dedicata al beato Bartolo Longo, fondatore del santuario. Bergoglio ha parlato anche con alcuni disabili e con i bambini ammalati sistemati accanto all'altare. "Papa Francesco è venuto a pregare nella casa di Bartolo Longo. Per noi questo è un segno, chiaro: siamo certi che presto il nostro Beato sarà fatto santo".

Papa Francesco appena arrivato a Pompei
Papa Francesco appena arrivato a Pompei

Aspettando Papa Francesco per la sua prima visita a Napoli

Oggi 21 marzo, è il giorno della visita di Papa Francesco a Napoli, un evento importantissimo per tutta la Campania. Sono infatti attese tante persone, anche dalle regioni limitrofe. Papa Bergoglio arriverà tra pochi minuti in elicottero nel quartiere di Scampia e dopo mezz'ora si recherà in piazza Giovanni Paolo II, dove incontrerà le rappresentanze di alcune categorie sociali e alcune delle persone del luogo. Alle ore 11, poi, il Santo Padre si recherà a Piazza Plebiscito, nel cuore di Napoli, dove officerà la Santa Messa; una celebrazione che ha visto esauriti i biglietti già da moltissimo tempo. Il pontefice poi alle ore 13 si recherà al carcere di Poggioreale e pranzerà insieme con alcuni detenuti ed in seguito farà una breve sosta in arcivescovado. Nel pomeriggio , alle 15, ritorno in centro con la visita al Duomo. Dopo un’ora incontro con gli ammalati alla Chiesa del Gesù Nuovo. Quindi alle 17 Papa Francesco sarà sul Lungomare Caracciolo. La visita a Napoli si concluderà verso le 18.15 con la partenza del Santo Padre in elicottero dal porto.

“Papa Francesco porterà a Napoli speranza, coraggio e dignità”, è quanto afferma il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città partenopea. “È un segno di predilezione, di amore, un'attenzione particolare che il Papa ha espresso quando è stato invitato a visitare Napoli. Il Papa conosce bene anche le contraddizioni presenti nella nostra realtà, dove c'è miseria e benessere, arretratezza e sviluppo, dove c'è una grande fede, una fede viva, e però ci sono anche forme di indifferenza”, dice Sepe a Radio Vaticana.

Per quanto riguarda il piano dei trasporti a Napoli durante la visita del Papa, quello su autobus, tram e filobus è gratuito per l'intera giornata fino alla mezzanotte. Quello sulla metropolitana invece è a pagamento. La Ztl (da Scampia al Centro antico, da Fuorigrotta a Via Fori) è iniziata già questa notte e sarà attiva alla fine della visita di papa Francesco.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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