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Parla il ragazzo gay picchiato per un bacio: “Nessuno mi ha aiutato”

“Non riuscirò mai più a baciare in pubblico”: parla il giovane ferito a cazzotti da un violento mentre si scambiava effusioni col suo compagno in piazza Dante, poco dopo le 9 di sera di lunedì scorso.
A cura di Gaia Bozza
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Le ecchimosi sul labbro di uno dei due giovani gay aggrediti a piazza Dante
Le ecchimosi sul labbro di uno dei due giovani gay aggrediti a piazza Dante

Ai microfoni di Fanpage.it parla uno dei due ragazzi aggrediti per un bacio nel centro storico di Napoli, in piazza Dante, lunedì scorso. "Non riesco a sorridere": ci ha accolto così il giovane nella sede di Arcigay, con una frase semplice, che in quel contesto però acquista più significati. Il bilancio di una sera di violenza è questo: un labbro spaccato e una ferita, soprattutto psicologica, che non va via: "Credo che non bacerò mai più nessuno, uomo o donna che sia – dice il giovane, ancora dolorante e impaurito – in pubblico. Napoli è una città tollerante solo in contesti sociali, ma per la strada è terra di nessuno, la tolleranza non c'è più".

Il racconto della vittima

"Erano le nove e venti, eravamo in piazza Dante – racconta – Il mio compagno ed io ci stavamo dando un bacio, e alla fine di questo bacio una persona che era distante non più di dieci metri, da una panchina  ha lanciato delle illazioni contro di noi, chiamandoci ‘fecati‘ e offendendoci per il nostro orientamento sessuale. Il mio amico ha cercato di farlo smettere, ha risposto, ma questo è suonato all'aggressore come un invito ad avvicinarsi e a intimorirci finché, alla nostra richiesta di allontanarci, lui ha usato le mani su di me: mi ha dato un pugno mentre ero distratto, mi ha fatto un taglio sul labbro inferiore dal quale ha iniziato a grondare sangue".

Il ragazzo riferisce poi un particolare impressionante: dopo il pugno, ha chiesto soccorso alle numerose persone che erano lì, ma nessuno ha aiutato lui e il suo compagno: "Abbiamo chiesto soccorso e nessuno ha chiamato l'ambulanza. Ho chiesto soccorso – precisa ancora il giovane – Andando vicino alle persone e loro hanno risposto che non volevano entrare in mezzo". Alla fine, grazie all'intervento di un conoscente che ha chiamato il 118,  i due sono stati medicati all'ospedale vecchio Pellegrini di Napoli: per il ragazzo colpito dal pugno alcuni punti di sutura e una prognosi di 15 giorni.  La denuncia? "Non so, sono sfiduciato e ho paura di ritorsioni", aggiunge laconico. Anche per questo motivo, il giovane ha preferito restare anonimo e rilasciare una intervista solo con l'assicurazione che la sua voce venisse modificata. Il giovane si è rivolto ad Arcigay: hanno accolto la sua denuncia il presidente dell'associazione campana Claudio Finelli e il presidente di Arcigay Napoli Antonello Sannino. Che aggiunge: "I progetti per favorire l'integrazione sono molti. Ad esempio, Divercity, messo in campo con uno sportello di aiuto psicologico proprio per contrastare violenza e omofobia. Ma sarebbe necessario uno scatto culturale, un cambiamento strutturale della società. Sono tante le aggressioni omofobiche, e spesso non si denuncia perché c'è paura e sfiducia".

Nei primi giorni di dicembre le comunità Lgbt che operano sul territorio del centro storico di Napoli hanno promosso un flash mob contro l'omofobia proprio nella zona della vile aggressione. Obiettivo: ribadire l'idea di una città tollerante e non ostile verso il prossimo. Mentre oggi gli ispettori del ministro Alfano stanno cancellando i matrimoni gay.

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