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Per i tre sub morti a Palinuro nessuna speranza da bolle d’aria

Proseguono le ricerche dei corpi alla base della roccia a 45 metri di profondità, in condizioni particolarmente difficili anche per gli speleosub dei Vigili del fuoco.
A cura di Redazione Napoli
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sub palinuro vittime
Da sinistra, Mauro Tancredi, Mauro Cammardella e Silvio Anzola, le vittime dell'immersione a Palinuro

Secondo le squadre di soccorso, non ci sono più speranze di trovare ancora in vita i tre sub dispersi a Palinuro. Al momento le ricerche sono concentrare sul recupero dei corpi e sulla ricostruzione della dinamica. Mauro Cammardella, Silvio Anzola e Mauro Tancredi si erano immersi venerdì 19 agosto con altre cinque persone lungo il costone Ribatto, nei pressi di Cala Fetente in località Centola, a Palinuro (Salerno). L'ultima speranza era legata alla possibilità che i tre avessero trovato una bolla d'aria nelle profondità della grotta. Un'eventualità che sin dall'inizio appariva debole, sufficiente ad alimentare fievoli speranze. Le ricerche di queste ore hanno appurato che i tre corpi non sono laddove si sarebbe potuta trovare questa bolla d'aria. Una squadra di sommozzatori dei Vigili del fuoco di Bari è giunta intanto in loco per dare man forte ai colleghi, mentre il pm incaricato del caso ha voluto osservare le operazione a bordo di un'imbarcazione, laddove si sarebbero immerse le vittime.

Il gruppo di sub si era immerso la mattina di venerdì 19 agosto. Ad oggi l'ipotesi più accreditata è che Anzola, turista di Milano in vacanza a Palinuro, non sia riuscito ad uscire da una grotta e che Cammardella e Tancredi, entrambi sub esperti, abbiano cercato di liberarlo e siano morti nel vano tentativo. Tutto risulterà più chiaro quando verranno prelevati i tre corpi, sebbene le operazioni di soccorso siano particolarmente complesse. I sommozzatori dei Vigili del fuoco hanno esteso le ricerche in alcuni dei luoghi più pericolosi del complesso roccioso, ma senza esito positivo. Le operazioni non si fermano e la roccia arriva ad una profondità di 45 metri: sotto questo tetto esteso (oltre che profondo) gli speleosub devono procedere con estrema cautela e hanno cominciato con il bonificare l'area e con numerose immersioni. Non a caso il Caporeparto Paolo De Santis dei sommozzatori dei Vigili del fuoco ha osservato che si tratta di una "grotta-trappola".

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