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Perché De Magistris e centri sociali a Napoli fanno il gioco di Matteo Salvini

L’arrivo del leader della Lega Nord a Napoli si sta trasformando in un pericoloso momento di tensione sociale. De Magistris soffia sul fuoco della rabbia ma rischia di far passare Matteo Salvini per una vittima. E regalargli una attenzione nazionale a scapito della città (che sostanzialmente ha altri problemi e se ne frega della Lega e della Padania).
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Matteo Salvini ha querelato Luigi De Magistris. Son cose che succedono, quando si è agli antipodi, in politica. Si alzano i toni e si finisce in tribunale, sempre che poi agli annunci di querela seguano davvero le carte bollate. Lo scontro fra sindaco di Napoli e leader della Lega Nord, entrambi politici dai toni comizianti e populisti, è un caso che andrebbe inserito nei manuali di comunicazione politica. Breve antefatto: Salvini annuncia di voler venire a Napoli per perorare la causa dei leghisti partenopei, De Magistris prima gli risponde «lo aspettiamo» e poi lo accusa di essere «profondamente razzista e anti meridionale», infilando nel discorso anche il nazifascismo e le Quattro giornate di Napoli. I centri sociali vicini al sindaco di Napoli che avevano già proclamato un corteo oggi annunciano di non poter garantire una protesta pacifica contro Salvini. E quest'ultimo via Radio Padania proclama ai quattro venti che non solo sarà a Napoli l'11 marzo prossimo, ma che querelerà il primo cittadino partenopeo.

Occorrerebbe la penna di un Giovannino Guareschi per descrivere questa pantomima degna degli anni Cinquanta: entrambi i politici più preoccupati del livello di engagement delle loro pagine Facebook che di altro, fanno l'uno il gioco dell'altro. A livello locale Salvini afferma la figura di un De Magistris estremo così come piace alla base elettorale che l'ha riconfermato a Palazzo San Giacomo. Un ultras «a difesa della città» che tuttavia non ha atti amministrativi validi a sostegno di questa definizione. Sul fronte nazionale, quello politicamente più importante e ampio, è Salvini che vince. Stravince. Diventa grazie all'azione di pochi (a quanti napoletani pensate interessi Salvini, la Lega e la Padania?) un personaggio ‘scomodo' di cui la sinistra meridionale e massimalista ha paura per chissà quale recondito motivo. DeMa e i suoi accoliti stanno facendo un regalo enorme al verdognolo Matteo. Che non vede l'ora di arrivare a Napoli, farsi blindare mentre fuori è fuoco e fiamme e assicurarsi belle foto da postare su Facebook, una platea infiammata e l'attenzione di tutti i media italiani. Veramente una grande strategia.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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