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Renzi contro De Magistris dopo gli scontri anti-Salvini. E lui: “Non sto coi violenti”

Il segretario del Pd contro il sindaco di Napoli: “Si è schierato al fianco di chi non fa parlare le persone”. De Magistris si difende e scrive una ‘riflessione’: “Io non sto con i violenti. Il corteo di ieri era pacifico, il ministro dell’Interno doveva prevedere le tensioni”.
A cura di Cir. Pel.
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Il giorno dopo i violenti scontri a Fuorigrotta tra polizia e centri sociali che volevano irrompere al comizio di Matteo Salvini a Napoli l'ex premier Matteo Renzi parla dal palco del Lingotto del caso Napoli. Il segretario uscente del Pd attacca il sindaco partenopeo Luigi De Magistris ritenendolo tra i responsabili politici della tensione sfociata poi negli scontri di piazza "Quando un sindaco di una delle città più belle si schiera al fianco di chi non vuole far parlare qualcuno e sfascia la città è allucinante". Così Matteo Renzi al Lingotto facendo riferimento ai fatti di ieri a Napoli. "Quando un parlamentare chiede di parlare, anche se dice cose che non stanno né in cielo né in terra, noi del Partito Democratico lo lasciamo parlare", ha aggiunto.

De Magistris si difende: non sto coi violenti

In una dichiarazione che sembra quasi una lettera aperta (ma che il suo ufficio stampa definisce ‘una riflessione') Luigi De Magistris è corso oggi ai ripari visto il fuoco di polemiche indirizzate verso di lui: "Io non sto con i violenti. Mai. Le mie mani sono pulite e non colluse. Sto con la mia Città, che amo e difenderò sempre, e con i napoletani, popolo difficile ma ricco di pace e amore, nonché sto con il popolo tradito dai poteri con le mani sporche di sangue. Dico ai soloni della politica dell'impero romano: non abbiamo mai vietato a nessuno di parlare. Mai ! Non raccontate bugie". E ancora: "Ieri si è tenuto un bellissimo corteo pacifico. Alla fine del corteo è accaduto – per responsabilità di pochi – quello che si temeva e si prevedeva. E  forse qualcuno voleva. Ed è per questo che avevamo avvisato che provocazioni e tensioni sociali avrebbero dovuto indurre il Ministero dell'Interno ad altre decisioni".

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