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Rigopiano, l’ira della madre di Stefano quando vede la sua Panda: “Perché non è rimasto in auto?”

La madre di Stefano Feniello, il 28enne originario di Valva, in provincia di Salerno, si è recata per la prima volta sul luogo in cui una valanga, lo scorso 18 gennaio, ha spazzato via l’Hotel Rigopiano a Farindola (Abruzzo), uccidendo il figlio e altre 28 persone. Alla vista della Panda di Stefano, la donna si è lasciata andare alla disperazione: “Perché non è rimasto in auto? Si sarebbe salvato” ha urlato tra le lacrime.
A cura di Valerio Papadia
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Sono immagini forti, che ritraggono tutta la disperazione e il dolore di una madre che ha perso il proprio figlio. La mamma di Stefano Feniello, il 28enne originario di Valva, in provincia di Salerno, che ha perso la vita nella tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Abruzzo), travolto da una valanga lo scorso 18 gennaio – in tutto sono state 29 le vittime – si è recata per la prima volta sul luogo della strage. La donna, insieme al marito, e accompagnata dai carabinieri, ha voluto raggiungere il luogo in cui una volta sorgeva la struttura alberghiera per deporre dei fiore in memoria di Stefano.

Una volta giunta sul posto, però, alla vista della Fiat Panda con la quale Stefano aveva raggiunto il Rigopiano, la donna si è abbandonata alla rabbia, alla disperazione e al dolore. Prima accarezzando l'auto, e poi battendo con violenza i pugni su di essa, la donna ha gridato, tra le lacrime: "Perché non sei rimasto in auto? Perché non l'hanno fatto rimanere in auto? Si sarebbe salvato". E poi, ancora, rivolgendosi all'auto, l'unico bene che le rimane del figlio: "Io la distruggo". Prima di interrompere le immagine, infine, la madre di Stefano sfoga tutta la sua amarezza: "Maledetta (l'auto, ndr), maledetti tutti".

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