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Rione Sanità, due stese di camorra all’alba: quartiere in ginocchio

Il Rione Sanità, nonostante eventi e feste è ancora saldamente nelle mani della criminalità organizzata: i clan si sentono liberi di poter scorrazzare per i vicoli e sparare all’impazzata ad ogni ora. La videosorveglianza promessa dalla Regione Campania è in ritardo. E il Comune? Per ora De Magistris tiene un profilo bassissimo e manda avanti il suo fedelissimo Poggiani (che però è stanco dei riflettori sull’allarme camorra).
A cura di Cir. Pel.
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Dal dedalo di vicoli del Rione Sanità a via Vergini, via Cristallini e ora la guerra dilaga, sempre più su, anche in piazza Miracoli a pochi passi dalla chiesa, in una zona che nelle ore del giorno è trafficatissima e brulicante di donne che vanno a fare la spesa e ragazzini. Si spara, si spara ovunque nel cuore del centro antico di Napoli. Nel cuore della notte, alle 4, una stesa in via Miracoli e un'altra in vico Canale. Raid di guaglioni armati fino ai denti che esplodono colpi sulle serrande e sulle porte, all'impazzata, col rischio che qualcuno di incolpevole possa restare colpito e morire senza nemmeno sapere perché.

Stese e guerra di clan al Rione Sanità

La guerra di camorra che non lascia per ora morti a terra ma semina il terrore – ed è chiaro che è un terrore funzionale al controllo dell'area – si inscrive nell'odio tra i clan Sequino e Vastarella. Ma il magma delinquenziale che non ha più veri boss di riferimento ma solo giovanissimi capi capaci di comandare vicoli o gruppi di case con ferocia assoluta, si evolve di settimana in settimana grazie agli arresti e ai pentiti.

La videosorveglianza promessa dalla Regione Campania

«All'ennesima e gravissima provocazione criminale, rispondiamo con il via ai lavori, questa settimana, per il nuovo sistema di videosorveglianza al Rione Sanità» ha dichiarato ieri a mezzo Facebook il governatore Vincenzo De Luca. I lavori sarebbero dovuti partire ad aprile ma le lungaggini burocratiche hanno allungato i tempi. Ieri il capo della Polizia Franco Gabrielli l'ha spiegato chiaramente: «Noi facciamo la nostra parte, ma quella più straordinaria dovrebbero farla altre agenzie, altri contesti», saranno fischiate le orecchie anche all'inquilino di Santa Lucia?

Il silenzio del Comune di Napoli

Come è prassi in questi casi il sindaco Luigi De Magistris tiene un profilo bassissimo: non gli va di associare il suo profilo alle difficoltà connesse ad un quartiere che etichettato come ‘rinato' è invece ancora poverissimo, pieno di giovani disoccupati, periferie del centro drammaticamente e saldamente nelle mani della criminalità organizzata. E così il carico lo sopporta il presidente della Terza Municipalità Ivo Poggiani: «Davanti alla rinascita del quartiere – dichiara parlando dei raid armati – è come se questi topi di fogna avessero una strategia della tensione e le sparatorie sono lo strumento con cui provano ad attuarla. Ma è solo frustrazione – conclude – stiamo avendo la meglio». In realtà voci di Palazzo riferiscono di fastidio del presidente di una delle Municipalità più vaste e complesse di Napoli, di richieste per maggior presidio anche dei vigili urbani sul territorio e infine, di maggior collaborazione politica – al netto dei contrasti Pd-DeMa – con Palazzo Santa Lucia per accelerare l'iter della videosorveglianza. Ma Comune e Regione sono da tempo, troppo tempo, ai ferri corti. E a rimetterci è anche il quartiere delle stese.

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