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Sindaco obbliga gli immigrati a indossare il giubbotto catarifrangente di notte

È polemica per l’ordinanza del sindaco di Flumeri, in provincia di Avellino. Si difende il primo cittadino: “Nessuna discriminazione, l’ordinanza è stata dettata da motivi di sicurezza, troppi incidenti in condizioni di scarsa visibilità”. Insorge la protesta: “Atto folcloristico e offensivo”.
A cura di Angela Marino
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"Gli immigrati non possono camminare a piedi lungo le strade del paese nelle ore serali se non indossano il giubbotto catarifrangente". È questo l'oggetto dell'ordinanza sindacale di Angelo Lanza, primo cittadino di Flumeri (Avellino), comune della Valle dell'Ufita in Irpinia. Un provvedimento, quello del sindaco Pd, che ha fatto infuriare le polemiche. L'Amministrazione si difende spiegando che la funzione dell'ordinanza è legata a motivi di sicurezza. Il provvedimento insomma vorrebbe tutelare l'incolumità dei cittadini immigrati
che percorrono le strade cittadine. Di poche settimane fa è la notizia della morte di imprenditore agricolo locale, falciato da un'auto lungo la Manna-Tre Torri, la strada che conduce ad Ariano a pochi passi dal centro di accoglienza per migranti.

"Più di un cittadino ci ha segnalato il problema, soprattutto – spiega il sindaco a Il Mattino -lungo la strada dove alloggiano gli immigrati, teatro anche di incidenti mortali. Vogliamo evitare spiacevoli inconvenienti o incidenti. La maggior parte degli extracomunitari infatti, cammina a piedi in condizioni di non visibilità e sicurezza, soprattutto di notte. In molti percorrono le strade cittadine al buio senza rendersi riconoscibili agli automobilisti. Per ovviare al problema abbiamo deciso di emanare l'ordinanza". "Si tratta di un atto discriminatorio e folcloristico – accusa Antonio Famiglietti della segretaria provinciale della Cgl – serve altro per aiutare gli immigrati". Preoccupano, infatti, le recenti proteste dei migranti che si sono riuniti in un sit in davanti alla prefettura per denunciare le gravi carenze sanitarie e assistenziali della accoglienza. In centinaia hanno manifestato per denunciare le consizioni pessime del vitto fornito dalle cooperative sociali e la mancanza di un adeguata assistenza sanitaria.

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