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Soccavo, arrestato Salvatore Triunfo: era con Davide Bifolco la notte della sua morte

I carabinieri hanno arrestato due spacciatori nel quartiere napoletano di Soccavo di Napoli. Uno di loro, Salvatore Triunfo, era con Davide Bifolco la notte del 5 settembre 2014 quando il 17enne venne ucciso dal proiettile di un carabiniere.
A cura di An. Mar.
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Salvatore Triunfo, 20 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Soccavo, nella periferia ovest di Napoli, con l'accusa di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. Il giovane di 20 anni era già balzato agli onori della cronaca per un'altra vicenda – non collegata a quella attuale – ovvero per essere stato con Davide Bifolco la notte del 5 settembre 2014, quando il 17enne venne ucciso da un proiettile sparato dalla pistola di un carabiniere dopo un inseguimento per le strade del Rione Traiano.

Triunfo è stato fermato in via Anco Marzio, insieme a Marco La Rocca, 30 anni. I carabinieri li hanno bloccati dopo che i due avevano ceduto alcune dosi di cocaina a un gruppo di giovani, successivamente fermati e identificati dalle forze dell'ordine. I militari hanno poi proceduto alle perquisizioni presso le abitazioni dei due arrestati dove sono stati rinvenuti 30 grammi di marijuana, 2 grammi di cocaina e 15 di hashish. Dopo le procedure del caso, Triunfo e La Rocca sono stati trasferiti al carcere di Poggioreale.

L'avvocato della famiglia Bifolco: "Nessun collegamento con arresto Triunfo

L'avvocato Fabio Anselmo, difensore della famiglia Bifolco, in una nota spiega che riguardo l'arresto di Triunfo avvenuto il 13 aprile scorso l'evento «nulla ha a che fare con Davide Bifolco, il quale, tra l'altro, è morto da ben due anni e certamente non può essere chiamato a rispondere di quanto accade od accadrà ai suoi amici di allora, neppure in termini di giudizi morali tanto superficiali quanto cinicamente tendenziosi». «Ricordo inoltre – scrive Anselmo – che il processo sulla sua morte è ancora in corso (altrimenti non avrebbe alcuna ragione di essere) e che pertanto, allo stato, non solo non si può in alcun modo affermare, come dato di verità, che egli "morì colpito da un proiettile sparato accidentalmente…" perché tale circostanza è negli atti riferita dal solo imputato ed è stata categoricamente smentita dallo stesso consulente della Procura di Napoli durante il suo esame avvenuto l'11 marzo scorso».

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