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Sub morti a Ischia, Lara non poteva immergersi: non aveva il brevetto

Emergono nuovi particolari sulla morte di Antonio Emanato e Lara Scamardella, morti il 13 agosto nel mare di Ischia durante una immersione. La ragazza, 13 anni, era in fase di addestramento e non aveva ancora il brevetto di sub, quindi non avrebbe potuto immergersi.
A cura di Valerio Papadia
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Nuovi particolari emergono sulla tragica morte dei due sub Antonio Emanato, 42 anni, e Lara Scamardella, 13 anni, annegati durante un'immersione nelle grotte delle Formiche, nelle acque tra le isole di Ischia e Procida lo scorso 13 agosto. Stando a quanto si apprende, la 13 enne Lara – che come Emanato era originaria di Bacoli, nella provincia di Napoli – era ancora in fase di addestramento e non aveva ancora conseguito il brevetto da sub: in poche parole, la ragazzina non poteva ancora effettuare immersioni vere e proprie, figurarsi in un percorso impervio come una grotta, nelle condizioni di mare agitato come quello di tre giorni fa.

È quanto emerso dalle indagini eseguite dagli uomini della Guardia Costiera, coordinati dal tenente di vascello Alessio De Angelis. Inoltre, secondo quanto riferisce all'Ansa Fabio Portella, istruttore di speolologia subacquea a Siracusa, nemmeno Antonio Emanata avrebbe potuto effettuare l'immersione, almeno non in quelle grotte. "Non doveva entrare neanche l'istruttore Antonio Emanato in quella cavità senza uno specifico addestramento, cioè senza un brevetto speleologico, che comporta uno speciale addestramento ed una attrezzatura specifica" ha dichiarato Portella. "L'attrezzatura più importante è il ‘filo di Arianna', un sottile cavo legato al sub in immersione. Ad ogni modo, l' istruttore non doveva portarci la ragazzina in addestramento" conclude l'istruttore siciliano.

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