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Sulla malasanità in Campania De Luca grida alle fake news. Ma rischia di farsi male

Vincenzo De Luca annuncia querele contro chi attacca gli ospedali con ‘false notizie’. Ma non si rende conto che la sanità è il grande guaio della Campania e da commissario, se non argina determinati comportamenti ormai radicati negli ospedali rischia di bruciarsi come accadde nel 2011 sull’emergenza rifiuti. A beneficiarne potrebbe essere Luigi De Magistris, sempre meno sindaco e più candidato a guidare Palazzo Santa Lucia.
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Vincenzo De Luca si sente il Donald Trump di via Santa Lucia: annuncia azioni legali «contro chi crea o rilancia» fake news sugli ospedali della Campania. Il presidente della Regione e neo-commissario alla sanità si riferisce alla notizia di ieri sulla salma lasciata in una medicheria dell'ospedale Cardarelli, accanto ad un bagno. Vicenda denunciata a mezzo social network poi spiegata e chiarita dalla Direzione sanitaria: quel bagno era destinato ai soli medici e infermieri e non al pubblico e la salma è stata rimossa dopo 50 minuti. De Luca non l'ha digerita, quella storia: «Episodi di vera e propria aggressione mediatica costruiti sul nulla – ha detto -. Atto criminale dal punto di vista della falsa informazione. Abbiamo cominciato a reagire querelando chi ha diffuso quella notizia». Se l'è presa pure con un consigliere della sua maggioranza regionale ‘reo' di aver diffuso una notizia non verificata.

Ma sulla malasanità campana De Luca rischia di farsi male, malissimo. Non è solo l'omissione di soccorso, non è solo il ritardo fatale nelle procedure, non è solo la cronica mancanza di mezzi e personale, non sono solo i ticket e le lunghe liste d'attesa: queste sono cose su cui si può indagare dopo una denuncia, su cui la magistratura, i carabinieri del Nas, la disciplina interna alle aziende ospedaliere possono e debbono far luce (e spesso non lo fanno o lo fanno con colpevole ritardo).

La malasanità tuttavia è anche il degrado evidente delle strutture sanitarie pubbliche, la mancanza di cultura dell'assistenza, di tatto e di educazione da parte di alcuni medici, infermieri, paramedici, portantini, addetti agli sportelli.

Chiunque nel 2017 ha uno smartphone. Anche i 60enni. Chiunque può registrare, fare fotografie, video, andare su Facebook e denunciare lo schifo della sanità in Campania. De Luca se ne faccia una ragione: i giornali hanno sì il dovere di controllare e verificare tutto – su questo egli ha perfettamente ragione. Ma si scordi che l'annuncio di azioni legali possa fermare le centinaia di migliaia di utenti del servizio sanitario regionale della Campania.

Peraltro l'ex sindaco di Salerno si scorda che a pilotare parte del malcontento è il suo ormai diretto avversario politico a Napoli: quel Luigi De Magistris attuale primo cittadino ma sempre più papabile candidato a governatore alle prossime elezioni regionali. De Magistris ha vinto le prime elezioni comunali nel 2011 col grande supporto del social network mentre centrodestra e centrosinistra arrancavano.

Il sindaco con la bandana (anche) coi social network sta continuando a contrabbandare l'idea (per chi ci crede) di una città felice, ricca grazie al turismo, senza degrado. Si scordi, De Luca, di poter fermare questo vento prendendolo a schiaffi con le carte bollate, specie quando ha più possibilità di aver torto che di aver ragione. Dunque o sulla sanità ‘cambia verso' (tanto per usare uno slogan a lui, renziano di ferro, caro) o si prepari ad uno stillicidio mediatico, simile a quello sull'emergenza rifiuti che caratterizzò il 2010 e il 2011.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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