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Una mente criminale dietro agli incendi sul Vesuvio: trovati 5 inneschi in punti chiave

Sono stati cinque gli inneschi trovati nel Parco, tutti in punti strategici e chiari. Un particolare che fa pensare ad un’azione studiata e non alla bravata di alcuni piromani occasionali e non organizzati.
A cura di Enrico Tata
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Sono ancora ipotesi, ma quello che emerge dalle indagini sembra evidenziare una regia criminale dietro agli incendi che hanno bruciato ettari di vegetazione nel Parco Nazionale del Vesuvio. Sono stati cinque gli inneschi trovati nel Parco, tutti in punti strategici e chiari. Un particolare che fa pensare ad un'azione studiata e non alla bravata di alcuni piromani occasionali e non organizzati. Sono stati trovati tutti sul versante nord del vulcano napoletano, piazzati in modo da ottenere il massimo risultato e la massima devastazione. Per cinque giorni nove elicotteri dei vigili del fuoco, le squadre della forestale e dei pompieri hanno lavorato per spegnere l'incendio.

Secondo quanto scrive il Mattino, uno dei roghi è stato acceso a Terzigno vicino a un sentiero che il Parco sta ristrutturando. Lavori affidati a una ditta della Regione. Forse, ipotizza il quotidiano napoletano, un'altra azienda che sperava nell'appalto si è vendicata. Oppure un'altra pista potrebbe essere quella di una vendetta da parte degli abitanti abusivi delle pendici del Vesuvio. Dopo le tante ordinanze per sottrarre le case agli abusivi, qualcuno potrebbe aver pensato di farsi giustizia da sé. In cinque giorni sono bruciati 20 ettari di verde. Per ora l'emergenza sembra finita grazie anche alla pioggia, ma nei prossimi giorni non si esclude la ripresa dell'incendio in alcuni focolai.

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