Al via la mannaia degli sfratti: 3mila famiglie a rischio a Napoli
Via la proroga del blocco degli sfratti: nel decreto governativo Milleproroghe, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, non c'è n'è più traccia. Il provvedimento era atteso 30mila famiglie italiane, delle quali tremila, sono a Napoli. La città partenopea è infatti la più colpita dal fenomeno sfratti, con oltre 2mila provvedimenti già emessi e che verranno eseguiti nel corso dei prossimi due mesi. Perché questo brusco retromarcia? Dal Ministero delle Infrastrutture fanno sapere che la mancata proposta della proroga nel decreto di Renzi è dovuta all'aumento dei fondi affitti (200 milioni di euro) e di quelli per morosità incolpevole (226 milioni di euro).
«La proroga riguardava una singola fattispecie di sfratti – spiega il segretario del sindacato degli inquilini Sunia Campania, Antonio Giordano –quelli per finita locazione. Perciò escludeva sia la morosità, oggi causa prevalente delle sentenze, sia la necessità per il proprietario di riavere l'alloggio. Dal provvedimento avrebbero dovuto trarre giovamento i nuclei con redditi complessivi lordi inferiori a 29 mila euro e contemporanea presenza di anziani, minori, portatori di handicap gravi, malati terminali. A Napoli e provincia, più di 2mila famiglie si trovano in queste condizioni. Ci auguriamo che il governo ci ripensi». «La crisi economica – proseguono dal Sunia – e gli alti costi dei canoni, mediamente tra gli 800 e i 1000 euro mensili, rendono drammatica la situazione. A Napoli, come in altre grandi città, si è delineata un'emergenza abitativa come negli anni '70".
Proteste anche da Cgil Casa che chiede un dietrofront dell'esecutivo. «Un un colpo basso – dichiara il segretario campano Gaetano Oliva -Nessuno se lo aspettava. Le giustificazioni del ministro sono del tutto insufficienti. Non si capisce che cosa c'entrino i fondi per la morosità incolpevole con la finita locazione. Il paradosso è che si bloccheranno gli sfratti per morosità, buttando per strada invece le famiglie bisognose. Inoltre, i fondi di cui si parla vengono da un decreto legge emanato l'estate scorsa. E le risorse non sono state ancora ripartite. Il governo deve fare marcia indietro».