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Alla scoperta della Crypta Neapolitana tra tufo e magia

E’ stata citata da Petrarca e ha fatto perdere la testa a Goethe. La grotta di Posillipo, il cui ingresso si trova nel Parco Vergiliano, è un sito dalla straordinaria bellezza, ricco di suggestive leggende.
A cura di Redazione Napoli
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Napoli è una città che sa bene come farsi perdonare i suoi difetti. Eh sì perché a fronte di tante pecche, il capoluogo campano cela innumerevoli meraviglie. E di questo se ne accorse anche il poeta tedesco Goethe che così scrive riguardo la Crypta Neapolitana, o Grotta di Posillipo: "Questa sera ci siamo recati alla grotta di Posillipo nel momento in cui il sole, tramontando, passa con i suoi raggi fino alla parte opposta. Ho perdonato tutti quelli che perdono la testa per questa città". E in effetti come non perdere la testa per una tale meraviglia? Si tratta di una galleria di 700 metri, dalla larghezza originaria di m 4,50 e con un'altezza di 5 metri che fu scavata nel tufo nel I secolo a.C. ed è stata per secoli una strada importante di comunicazione fra Neapolis e Puteoli.

Come arrivarci

L'ingresso della grotta si trova nel parco Vergiliano dove si trovano le tombe di Virgilio e Leopardi, alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Mergellina, vicino alla stazione di Mergellina. Anche se dal parco la Grotta di Posillipo non è percorribile, un breve tratto è visitabile al lato opposto e cioè all'imbocco di Fuorigrotta da via di Grotta Vecchia.

E Luce fu

La Crypta fu costruita in età augustea dal liberto L. Cocceio Aucto, architetto di Agrippa, ammiraglio di Ottaviano. Ma data la sua posizione, la grotta era alquanto buia e per questo durante il vicereame spagnolo fu realizzato un sistema di illuminazione composto da lanterne messe su delle funi tese tra pali. Poi nel 1806, con Giuseppe Bonaparte, furono installate due file di fanali che erano tenuti sempre accesi.

Virgilio e la grotta

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Secondo la leggenda la crypta fu costruita in una sola notte da Virgilio grazie ai suoi poteri magici, grazie ad un gruppo di demoni. E si dice anche che i lavori sarebbero proseguiti se non fosse passato per lì un cittadino che impaurito dal trambusto, mise in fuga gli spiriti. D'altra parte a Virgilio viene attribuita anche la leggenda secondo cui il mago nascose un uovo a Castel dell'Ovo e fino a quando l'uovo resterà intatto, anche Napoli sopravvivrà .

Le Feste in Grotta

Si dice che nella crypta si svolgessero feste pagane dedicate a Priapo, dio della fecondità, fatte di riti orgiastici e propiziatori.

Petrarca e Santa Maria dell'Idria

Il Tempietto di Santa Maria dell'Idra, i cui frammenti si trovano nella grotta, deriva da Madonna Odigitria, che significa colei che indica la via. L'immagine della Madonna doveva, infatti, servire da buon augurio ai viandanti che decidevano di usare la grotta per raggiungere Pozzuoli. La Madonna fu anche citata da Petrarca nell'Itinerarium Syriacum dove si parla di una cappella di piccole dimensioni, chiamata di Santa Maria dell'Idria, realizzata da un eremita nei pressi dell'ingresso alla grotta.

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