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Buon compleanno, Pozzuoli: il 9 maggio del 1296 nasceva la città flegrea

In questo giorno, il 9 maggio 1296, Pozzuoli veniva ufficialmente riconosciuta “città demaniale” grazie all’emanazione di un decreto reale di Carlo II d’Angiò. Dalla colonia greca di Dicearchia fino al riconoscimento come “Civitas”, passando per i fasti durante l’Impero Romano, ecco la storia della città flegrea.
A cura di Valerio Papadia
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La darsena di Pozzuoli e, sullo sfondo, parte del Rione Terra
La darsena di Pozzuoli e, sullo sfondo, parte del Rione Terra

Del passato glorioso, ed estremamente antico, dei Campi Flegrei in generale, e della sua città simbolo, Pozzuoli, esistono ancora numerose testimonianze che sono ben visibili passeggiando per i vicoli e le piazze della città affacciata sul golfo in provincia di Napoli: dal Macellum, detto anche Tempio di Serapide – in epoca romana utilizzato come mercato – fino all'Anfiteatro Flavio, una sorta di Colosseo in miniatura.

Forse non tutti sanno che, però, la storia di Pozzuoli, intesa come la città che conosciamo ai giorni nostri, almeno con questo nome, ha un passato relativamente recente e risale al Medioevo: solo in questo giorno, il 9 maggio del 1296, grazie ad un decreto reale emanato da Carlo II d'Angiò, Pozzuoli veniva riconosciuta "città demaniale" e poteva quindi fregiarsi dell'appellativo di "Civitas".

Da Dicearchia a Fistelia

Le prime tracce di Pozzuoli, anche se non con questo nome, come detto però sono molto antiche. Si sa che nel 531 a.C. sulle coste flegree approdarono alcuni esuli dell'isola greca di Samo, che abbandonarono le proprie terre per sfuggire alla tirannia di Policrate. Nel nuovo insediamento, gli esuli samiani fondarono la città di Dicearchia, che in greco vuol dire del "giusto governo".

In realtà, altre fonti vorrebbero che invece la città fosse già una colonia di Cuma, porto già fiorente all'epoca. Quando i Sanniti occuparono Cuma e le coste flegree, intorno al 420 a.C., anche la città di Dicearchia cadde in mano agli invasori: anche se non vi è certezza, è probabile che durante l'occupazione sannita Dicearchia abbia cambiato nome in Fistelia. In questo periodo, la città conobbe un relativo sviluppo politico, economico e commerciale, dovuto alla sua strategica posizione sul mare. Delle due città, purtroppo però, non esistono più testimonianze fisiche.

I fasti della colonia romana di Puteoli e il declino

Il tempio di Serapide
Il tempio di Serapide

Fu con l'occupazione della Campania da parte dell'Impero Romano, intorno al 338 a.C., che Pozzuoli conobbe la sua epoca d'oro. Ribattezzata dai romani Puteoli, che in latino vuol dire "piccoli pozzi" – e dal quale deriva il suo nome attuale – forse a causa della presenza di molteplici sorgenti termali, i romani capirono ben presto l'importanza strategica del porto flegreo e, intorno al 200 a.C., vi stabilirono una fiorente colonia marittima: Puteoli divenne ben presto il porto di riferimento di Roma, dal quale passavano tutti i commerci dell'Impero. Non a caso, molti imperatori e membri dell'aristocrazia dell'Impero, decisero di allontanarsi da Roma e di fare di Pozzuoli la propria residenza.

Dopo quasi due secoli di splendore e di fasti, però, con la costruzione del porto di Ostia, iniziato dall'imperatore Claudio nel 42 d.C. e terminato da Nerone intorno al 70, Puteoli conobbe il suo declino: il nuovo porto, di gran lunga più vicino alla Capitale dell'Impero, oscurò l'importanza di quello flegreo.

La storia recente e l'incubo del bradisismo

Passata sotto il controllo del Ducato di Napoli, poi dei principi longobardi e normanni di Capua, nel 1296 Pozzuoli divenne "Civitas". Intorno al V secolo, poi, la città cominciò a patire gli effetti del supervulcano dei Campi Flegrei e del bradisismo: il graduale sprofondamento del litorale costrinse gli abitanti di allora a rifugiarsi sulla collina, che fu cinta da mura e divenne il fulcro della città: nacque così il Rione Terra. I fenomeni sismici continuarono con il passare degli anni e poi, tra il 29 e il 30 settembre del 1538, la città fu colpita da un terremoto violentissimo: la terra si aprì ed erutto talmente tanto di quel materiale da formare una collina, che in seguito fu battezzata Monte Nuovo.

Colpita da massicci bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, il 2 marzo del 1970 Pozzuoli fu colpita da un altro violento terremoto causato dal bradisismo, che portò allo sgombero forzato del Rione Terra e che, con le scosse dell'inizio degli anni Ottanta, costrinse migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Soltanto di recente il Rione Terra, considerato il cuore pulsante di Pozzuoli, è stato in parte restaurato e riaperto al pubblico, con il suo Duomo che si fonde a templi, necropoli e lupanari di epoca romana che ne abitano il sottosuolo.

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