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Opinioni

Il caffè sospeso da Napoli a Dublino: “Irlandesi popolo d’amore”

Nella verde Irlanda, a Malahide, delizioso paesino costiero della contea Dublino Nord, qualche tempo fa comparve un cartello con un classico partenopeo: “the supended coffee”. Stiamo parlando del caffè sospeso, pagato in anticipo al bar e offerto ad uno sconosciuto avventore, tradizione raccontata da Luciano De Crescenzo e diventata famosa in tutto il mondo.
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Il caffè sospeso, come lo sconto (non solo alla Rinascente di Milano) è un atto d'amore. Luciano De Crescenzo ne parlò -anzi, lo teorizzò –  e oggi la pratica di lasciare un caffè già pagato per uno sconosciuto è pratica diffusa in molti bar della città di Napoli, in particolare ai Decumani.  Alcune tradizioni più di altre sono destinate a prendere il largo, staccandosi dalla città d'origine e diventando dunque, atto di gentilezza nel mondo. Capita così che in Irlanda, a Malahide, delizioso paesino costiero nella zona di Fingal, nella contea Dublino Nord, dove peraltro si annida anche qualche buon ristorantino di cucina italiana, qualcuno con dei volantini affissi ai pali e alle panchine spieghi appunto come funziona  "the suspended coffee". La segnalazione è arrivata sulla pagina Facebook "Così parlò Bellavista" che unisce i napoletani di tutto il mondo che si riconoscono nella ‘filosofia' del professor Gennaro Bellavista, nato dalla penna di De Crescenzo. «Anche gli irlandesi – sottolinea l'utente che ha segnalato la storiella del caffè sospeso – sono un popolo d'amore».

Non stupisca la passione irish per il caffè alla partenopea. A testimonianza del fatto che non si tratta solo della moda di un periodo, arrivata Oltre Manica chissà come, un aneddoto di vita vissuta: in una stradina di Dublino, in centro, fino a pochi anni fa, un graziosissimo bar che assicurava di offirire il miglior "espresso napoletano", esponeva a garanzia del proprio prodotto una foto inequivocabile e per certi versi commovente (almeno per i tanti emigrati nel Paese del trifoglio): una gigantografia dei vicoli di Montesanto, cuore del centro partenopeo, a due passi dal mercato della Pignasecca, davanti alla stazione della Cumana, dove fino a qualche anno fa c'era ancora Fortuna, la storica ‘bananara', morta non molti anni fa.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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