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Coronavirus Campania, il problema ora è la paura di chi scappa dal Nord per tornare da mammà

Coronavirus, la paura rischia di fare danni enormi. Ci sono almeno 3-4 casi di campani emigrati al Nord che sono scappati dai luoghi del focolaio tornando a casa in provincia di Avellino. Un gesto che nella migliore delle ipotesi fa perdere tempo a chi “insegue” il virus in giro per l’Italia. E nella peggiore, invece, rischia di portare il Covid-19 al Sud.
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E come fai a dire che Pino Daniele non aveva ragione? «Questa Lega è una vergogna/Noi crediamo alla cicogna /e corriamo da mammà». In questa strofa c'è la situazione di oggi, febbraio 2020, quando la paura da Coronavirus fa 90 e non te la puoi nemmeno giocare al Bancolotto, perché eviti di frequentare luoghi affollati. La paura, si sa, produce fesserie. Ed è una fesseria quella del cameriere di Montefusco ad Avellino che è scappato da Conegliano, Lodi, per tornare ngoppa ‘a muntagna da mammà. Sono tornati a casa i due fratelli di Lauro che pure lavoravano in provincia di Lodi, nonostante esplicite indicazioni delle autorità sanitarie imponevano di non muoversi, di non viaggiare: chi è a rischio contagio o forse è contagiato non deve poter portare il virus infame e giù per l'Italia. Quello di spostarsi senza permesso nella migliore delle ipotesi fa perdere tempo a chi "insegue" il virus in giro per l'Italia. E nella peggiore, invece, rischia di portare il Covid-19 al Sud.

«Non ho nessun sintomo» è la frase che a parziale giustificazione della cretinata si sono sentiti dire i medici delle Asl irpine quando hanno chiesto a questi ragazzi (ah ce n'è pure uno di Taurano, Avellino) perché sono scesi al Sud dove peraltro non si concentrano al momento le attenzioni, visto che i focolai e le vittime sono tutti fra Lombardia, Veneto e Piemonte.

E invece no: la paura può più della logica in questi casi: tornare a casa, in provincia di Avellino (o di Salerno: c'è un caso in Cilento) equivale a cosa? A stare coi parenti, null'altro. Pure perché le strutture ospedaliere dell'Avellinese, per quanto vi siano sicuramente punte di eccellenza non giustificano alcuno spostamento dal Nord al Sud. Forse è l'ignoranza? Chi è asintomatico presumeva di non aver niente, come si fa con l'influenza "normale". E invece qui di normale non c'è niente.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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