Falsa infermità mentale per il boss: così un dirigente Asl ha aiutato “‘O malato”
Gennaro Perrino, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl Napoli 2 Nord è finito in manette nel corso del blitz messo a segno ieri dagli uomini della Guardia di Finanza di Roma contro 12 esponenti del clan camorristico Mallardo, di Giugliano (Napoli). In base a quanto accertato dalle indagini delle Fiamme Gialle, l'ex assessore alle politiche giovanili del comune giuglianese, ha prodotto false attestazioni nei confronti del boss del sodalizio dei Mallardo, Vincenzo D'Alterio, detto «'O malato», finalizzate al riconoscimento della infermità mentale. Tali falsi documenti hanno consentito a D'Alterio non solo di ottenere dei benefici carcerari, ma anche di godere di una pensione di invalidità con indennità di accompagnamento.
Come ampiamente documentato dagli agenti del Gruppo investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma (Gico), i disturbi psichiatrici millantati dai documenti, non sono mai apparsi nel corso delle indagini, nel corso delle quali «O' malato» avrebbe assunto una condotta del tutto in contrasto con un ipotetico deficit psichiatrico, soprattutto in quanto, notano gli investigatori, il boss era nella piena capacità di impartire direttive ai propri affiliati. Nel corso della stessa operazione portata a termine ieri, sono stati arrestati altri 12 soggetti ritenuti affiliati alla cosca egemone sul territorio di Giugliano. Per tutti l'accusa è quella di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata dall'articolo 7.
Il business del clan Mallardo
Gli arresti di ieri giungono al termine di una lunga indagine avviata per fare luce sulle dichiarazioni del pentito Giuliano Pirozzi. Nel mirino del pool anticamorra dell'aggiunto Filippo Beatrice e dei pm Giovanni Gonzo e Cristina Ribera i presunti esponenti dell'ala militare del sodalizio guidato da Vincenzo D'Alterio, Giuseppe Ciccarelli e Giuliano Pianese, attivo nella zona che va da Varcaturo a Licola. I reati accertati dal gip Roberto D'Auria, dopo le indagini condotte dal Gico di Roma e dal nucleo di polizia tributaria di Napoli, sono quelli di associazione mafiosa, estorsione, truffe ai danni di istituti di credito, ricettazioni, violenza privata, minacce, falso e turbativa d'asta. Il business dei Mallardo si serviva di molteplici attività per riciclare i proventi illeciti, tra cui quella della panificazione. Gli affiliati della cosca giuglianese imponevano a ristoratori e supermercati la vendita del pane dalla loro azienda di riferimento, la Panificazione, sottoposta a sequestro nel corso del blitz di ieri. Ma non solo, dopo il crollo delle vendite nel settore immobiliare il clan aveva iniziato ad acquistare case alle aste fallimentare. Il loro metodo consisteva nell'intimidazione di qualsiasi altro concorrente all'asta. Chi presentava offerte veniva minacciato.