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Il Comune di Avellino è pieno di debiti: il sindaco mette in vendita il Municipio

La Corte dei Conti ha dato il via libero al piano di Piano di Riequilibrio Pluriennale, ovvero il predissesto, per il Comune di Avellino. Lo ha annunciato il sindaco Gianluca Festa, che ha spiegato di voler vendere anche beni comunali, tra cui il Municipio, per provvedere ad appianare i debiti comunali.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il Comune di Avellino entra in fase di predissesto: e per scongiurare ogni rischio, il sindaco Gianluca Festa ha deciso di mettere in vendita il Municipio, oltre ad altri edifici di proprietà del comune stesso. Queste, in estrema sintesi, le decisioni annunciate dal primo cittadino irpino durante l'ultima conferenza stampa. A finire quindi sul "mercato" sarebbero Palazzo di Città (tutto o in parte), ma anche alloggi comunali che permetterebbero di dare una sistemazione definitiva ai residenti e contemporaneamente di fare cassa per ristrutturarne altri che al momento sono inutilizzabili perché in pessime condizioni.

Gli uffici comunali, in caso di vendita di Palazzo di Città, tornerebbero a Palazzo De Paruta, storica sede del capoluogo irpino, a due passi dalla Prefettura e dal centralissimo corso Vittorio Emanuele. "Prima che diventi deperita questa sede", ha spiegato in conferenza stampa Gianluca Festa, "è  opportuno immaginare la vendita parziale o totale della struttura rivolgendoci a enti pubblici che ne avessero bisogno. Dobbiamo liberarci di immobili costosi e oggettivamente non utili e far tornare la casa comunale dove c’è la scritta Municipio". Le casse comunali non si trovano in buone acque, e dunque bisogna incassare quanto più possibile: la Corte dei Conti ha dato il via libera alle procedure adottate dal comune per il predissesto, ovvero il "Piano di Riequilibrio Pluriennale". Oltre alla vendita dei beni comunali, il piano prevede anche l'esternalizzazione di alcuni servizi (ad esempio l'ufficio tributi) ma anche il risparmio sulla spesa del personale. Il sindaco Festa ha inoltre chiesto l'erogazione dell'anticipo del fondo di rotazione (ovvero lo strumento economico con il quale lo Stato garantisce la copertura della quota parte nazionale degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali), pari a circa otto milioni di euro con i quali " pagheremo i debiti fuori bilancio e forniremo nuova forza lavoro agli uffici che stanno sopportando carichi enormi e per i quali li ringrazio".

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